"Almeno dieci persone erano raccolte a osservare alcuni piccoli oggetti posati sull'angolo del piano e uno di loro assicurava che si trattasse proprio delle pietre magiche dell'Oltreduna. Quelle che si diceva fossero capaci di soddisfare ogni desiderio.
Come Keerg poté constatare quando si fu avvicinato non si trattava di vere pietre. Erano piuttosto piccole sfere e dischetti irregolari di metallo, per la maggior parte di ghertone,sui quali si distinguevano alcune figure impresse con una qualche destrezza. Si riconoscevano profili di zartessi, con le orecchie smisurate e le acconciature ricchissime; c'erano poi gli aevar dai grandi occhi rotondi che sembravano fissare chi li osservava, e una tartaruga che emergeva dalla pietra con la sua corazza a scaglie. Le piccole sferette portavano incisioni più piccole, nelle quali era difficile riconoscere un disegno compiuto, si trattava piuttosto di simboli, evidentemente magici, che solo un occhio esperto poteva decifrare.
Otto piccole pietre in tutto che i curiosi guardavano senza osare toccarle. Solo il proprietario le muoveva con l'indice della mano e ogni tanto rivoltava i dischetti, per lasciar vedere le figure e i simboli impressi in maniera non perfettamente centrata sui due lati.
La curiosità dei presenti era carica di attesa, tutti aspettavano che succedesse qualche cosa, che le pietre dimostrassero la loro magia, ma il tempo passava inutilmente.
Il crocchio però non si disperdeva perché nuovi curiosi si aggiungevano a sostituire quelli che si allontanavano paghi della visione delle pietre e stanchi dell'inutile attesa dell'accadimento magico"
Tratto da Il Mondo Rubato, pag 32.Come Keerg poté constatare quando si fu avvicinato non si trattava di vere pietre. Erano piuttosto piccole sfere e dischetti irregolari di metallo, per la maggior parte di ghertone,sui quali si distinguevano alcune figure impresse con una qualche destrezza. Si riconoscevano profili di zartessi, con le orecchie smisurate e le acconciature ricchissime; c'erano poi gli aevar dai grandi occhi rotondi che sembravano fissare chi li osservava, e una tartaruga che emergeva dalla pietra con la sua corazza a scaglie. Le piccole sferette portavano incisioni più piccole, nelle quali era difficile riconoscere un disegno compiuto, si trattava piuttosto di simboli, evidentemente magici, che solo un occhio esperto poteva decifrare.
Otto piccole pietre in tutto che i curiosi guardavano senza osare toccarle. Solo il proprietario le muoveva con l'indice della mano e ogni tanto rivoltava i dischetti, per lasciar vedere le figure e i simboli impressi in maniera non perfettamente centrata sui due lati.
La curiosità dei presenti era carica di attesa, tutti aspettavano che succedesse qualche cosa, che le pietre dimostrassero la loro magia, ma il tempo passava inutilmente.
Il crocchio però non si disperdeva perché nuovi curiosi si aggiungevano a sostituire quelli che si allontanavano paghi della visione delle pietre e stanchi dell'inutile attesa dell'accadimento magico"
"Keerg si domandava come avrebbero fatto a procurarsi dei guz, privi com'erano di incarichi ufficiali, di lettere d'ospitalità e persino di barrette dei favori, dato che l'ultima che gli aveva dato Qhoet era rimasta fra le mani dell'artigiano che lo aveva denunciato. La sua curiosità ebbe una risposta quando Sandar-lo estrasse da una tasca della tunica una piccola sacca di pelle, chiusa da un legaccio di pun. La aprì e la rovesciò sul palmo della mano sinistra, mostrando a Keerg una trentina di pietre magiche, alcune rotondeggianti, la maggior parte dalla caratteristica forma di dischetti schiacciati sulle cui facce erano impresse parecchie figure, in maggioranza aevar dai grandi occhi sgranati."
Tratto da Il Mondo Rubato, pag 64.
"Era sorta e si andava diffondendo anche a Pairzit la tendenza a sottostare al potere delle pietre magiche che arrivavano dall'Oltreduna e dalle Terre dell'Est.
Le sferette punzonate ed i piccoli dischetti con impresso sopra l'aevar dagli occhi smisurati avevano acquisito grandi poteri, molti avevano ceduto alla loro malia ed erano disposti a lavorare o a cedere qualsiasi bene pur di entrarne in possesso."
Tratto da Il Mondo Rubato, pagg 52-53.Le sferette punzonate ed i piccoli dischetti con impresso sopra l'aevar dagli occhi smisurati avevano acquisito grandi poteri, molti avevano ceduto alla loro malia ed erano disposti a lavorare o a cedere qualsiasi bene pur di entrarne in possesso."
Ed ecco le Pietre Magiche dell'Oltreduna all'opera
"Keerg si stupì per la naturalezza e la rapidità con la quale le pietre magiche risolsero il loro problema. Bastò estrarne quattro o cinque dal sacchetto per convincere un perfetto sconosciuto a consegnare loro, senza la minima ragione apparente, due delle sue migliori bestie da sella insieme ai finimenti necessari per montarle."
Tratto da Il Mondo Rubato, pag 65.
"Una pietra magica dell'Oltreduna, scelta fra le dieci che aveva appena ricevuto in dono da Damatria, ebbe il potere di convincere il mastro della casa a offrirgli un giaciglio dove dormire e due robusti pasti con i quali terminare soddisfatto una giornata e iniziare in forze la successiva."
Tratto da Il Mondo Rubato, pag 89.
"Yorot-Yorot non si scompose, infilò una mano negli ampi pantaloni e ne estrasse il sacchetto chiuso dal legaccio di pun. Intanto diceva: -Sono sicuro che esiste una possibilità di partire subito.
Mentre parlava tirava fuori dal sacchetto, una dopo l'altra, delle pietre magiche dell'Oltreduna e le allineava ordinatamente sul tavolinetto dove era posato il libro di carico.
Il nano continuava con tono calmo a chiedere di essere portato il più velocemente possibile a Caranot e intanto disponeva le pietre magiche in fila, con le teste degli aevar dai grandi occhi tutte rivolte nella stessa direzione. Via via che il numero delle pietre aumentava il comandante della brontobarca si faceva più attento e quasi rispettoso.
Yorot-Yorot formò una prima fila di quindici pietre, poi una seconda della stessa lunghezza parallela alla prima. Ormai aveva smesso di parlare, dato che l'attenzione del suo interlocutore era tutta rivolta alle pietre che aveva davanti, schierate come una formazione militare in parata. Il comandante della brontobarca aveva deposto la penna sul libro e si era alzato in piedi, arcuandosi sopra il tavolo, proteso verso i piccoli dischetti irregolari di metallo che lo ingombravano ormai quasi per metà. Il nano mise l'ultima pietra davanti alle due file parallele, come se fosse un ufficiale che passava in rivista un reparto. Fatto questo alzò lo sguardo e chiese quasi con indifferenza: -Allora?
-Partiamo immediatamente- rispose il comandante della brontobarca, che aveva già cominciato a raccogliere le pietre magiche dal piano del tavolinetto e le faceva sparire nell'ampia tasca centrale del caftul che indossava."
Tratto da Il Mondo Rubato, pag 234.Mentre parlava tirava fuori dal sacchetto, una dopo l'altra, delle pietre magiche dell'Oltreduna e le allineava ordinatamente sul tavolinetto dove era posato il libro di carico.
Il nano continuava con tono calmo a chiedere di essere portato il più velocemente possibile a Caranot e intanto disponeva le pietre magiche in fila, con le teste degli aevar dai grandi occhi tutte rivolte nella stessa direzione. Via via che il numero delle pietre aumentava il comandante della brontobarca si faceva più attento e quasi rispettoso.
Yorot-Yorot formò una prima fila di quindici pietre, poi una seconda della stessa lunghezza parallela alla prima. Ormai aveva smesso di parlare, dato che l'attenzione del suo interlocutore era tutta rivolta alle pietre che aveva davanti, schierate come una formazione militare in parata. Il comandante della brontobarca aveva deposto la penna sul libro e si era alzato in piedi, arcuandosi sopra il tavolo, proteso verso i piccoli dischetti irregolari di metallo che lo ingombravano ormai quasi per metà. Il nano mise l'ultima pietra davanti alle due file parallele, come se fosse un ufficiale che passava in rivista un reparto. Fatto questo alzò lo sguardo e chiese quasi con indifferenza: -Allora?
-Partiamo immediatamente- rispose il comandante della brontobarca, che aveva già cominciato a raccogliere le pietre magiche dal piano del tavolinetto e le faceva sparire nell'ampia tasca centrale del caftul che indossava."
Pietre magiche dell'Oltreduna. Dischetti di ghertone o di troffone del diametro di mezzo pollice, sui quali sono impressi immagini, solitamente di animali. Una potente magia conferisce loro la capacità di piegare la volontà di chi le riceve ai desideri di chi le consegna.
Tratto dal Glossario delle Terre Note*, pag 224.UTILIZZO NEL GIOCO
Le pietre magiche sono una delle più gustose trovate di Valzania. Qualora non fosse sufficientemente chiaro dalla loro descrizione queste pietre sono in grado di convincere una persona a cedere lavoro, beni o servigi in cambio di una o più di queste pietre, in modo immediato e senza ripensamenti.
La difficoltà nell'ottenere ciò che si vuole è direttamente proporzionale al valore di ciò che si desidera e inversamente proporzionale al numero di pietre che si stanno impiegando.
Stilare una tabella sarebbe troppo complesso e vincolante quindi si lascia al Maestro di Gioco arbitrare sulla loro effettiva efficacia. In linea di massima il loro utilizzo dovrebbe conferire un bonus ad una prova di persuasione, diplomazia o oratoria volta a convincere chi deve cedere i beni o prestare il servizio. Il bonus dovrebbe aumentare in modo esponenziale al crescere del numero di pietre impiegate in quanto, come si capisce già dal testo citato: una pietra basta a pagare generosamente un buon pernotto e due pasti abbondanti, cinque a farsi consegnare due cavalcature con finimenti e trentuno addirittura a convincere un capitano di brontobarca a rinunciare al carico della sua nave.
La difficoltà nell'ottenere ciò che si vuole è direttamente proporzionale al valore di ciò che si desidera e inversamente proporzionale al numero di pietre che si stanno impiegando.
Stilare una tabella sarebbe troppo complesso e vincolante quindi si lascia al Maestro di Gioco arbitrare sulla loro effettiva efficacia. In linea di massima il loro utilizzo dovrebbe conferire un bonus ad una prova di persuasione, diplomazia o oratoria volta a convincere chi deve cedere i beni o prestare il servizio. Il bonus dovrebbe aumentare in modo esponenziale al crescere del numero di pietre impiegate in quanto, come si capisce già dal testo citato: una pietra basta a pagare generosamente un buon pernotto e due pasti abbondanti, cinque a farsi consegnare due cavalcature con finimenti e trentuno addirittura a convincere un capitano di brontobarca a rinunciare al carico della sua nave.
(*)Il glossario si trova in appendice ne Le Armi dei Maghi.
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