lunedì 25 giugno 2012

Scrivano Pubblico - Antichi Mestieri Napoletani n.18

DESCRIZIONE
Lo scrivano pubblico è il sensale delle parole.
Il suo stile è immutabile, semplice, abborrente da metafore e da qualsiasi figura.
Ama la brevità per convincimento che ha di persuader meglio altrui e giovare più sollecitamente a sé stesso.
Egli non cerca mai modi eleganti nel manifestare ciò che pensa il suo vicino. Sa bene che l'eleganza e il lusso ingenerano la corruzione della specie umana. Indarno i suoi clienti gli raccomandano di usare de' mezzi termini, delle frasi velate, delle allusioni.
Egli è chiaro ed originale. - Ama come Orazio il vin di Bromio e la solitudine, ma non possiede una villa. Gli basta una pietra vesuviana che lo sostenga nel giorno, e le lettere o per meglio dire le epistole!
Egli ama le lettere e gli cal poco che siano amene o belle lettere. Pur che siano lettere altro non chere.
L'apice delle sue cognizioni leggesi sur una tabella che talora pende sul davanti del tavolino. - Colà è scritto si traduce il francese.
L'apice della sua agiatezza è quando ha tal credito mensile, da trovar ricovero in qualche canto di bottega, o, quando riparasi presso un fabbricante di occhiali della strada Quercia, ed accoppia la sua insegna a quella dell'ottico. Così al trasparir degli occhiali, quegli stima di esser meglio veduto.
Lo scrivano ha pure la sua tariffa col prezzo de' suoi lavori, cominciando dalla supplica in carta semplice fino al volume delle cento pagine in folio scritto alla spagnuola, vero apogèo dell'arte sua.
Tra noi popolani han bisogno di ricorrere altrui, quando son lontani da lor' compagni e da' congiunti, epperò stretti si veggono a domandar l'opera del segretario pubblico, a svelargli i più intimi misteri del cuore, ad affidare a prezzolata penna quella prudente indagine paterna che custodisce la pace del focolare domestico.
Però di costa a questi uomini che seggono professando lettere ne' siti già innanzi descritti, vedete posarsi una o più donne e vecchi e giovani con bamboli. Quella al marito assente, ricorda se stessa, i figliuoli, le miserie in che lasciavala, la seduzione che la circonda, ed i fatti gelosi dell'onor suo confida all'ironico segretario che sol di parole fa merce: questa ammonisce giovane figliuolo perché desista da scioperata vita che in sorgente di precipizi lo mena. Altri rimprovera la frode, altri sparge la discordia, altri promette di solvere il debito. E lo scrivano pubblico vede innanzi agli occhi passarsi le immagini di tanti uomini traditori o traditi, spergiuri o fraudolenti, ovvero miseramente virtuosi. Lo scrivano è non pur l'interpetre di tante svariate e strane passioni, ma è il depositario degli altrui palpiti, delle amarezze, delle gioie di fanciulle povere e onorate che per difetto d'istruzione debbon talvolta con se medesime e di se stesse arrossire. Il segretario pubblico meglio che alcun altro scrittore del giorno potrebbe riassumere e redarguire i moti dell'animo plebeo, tenendo innanzi le tendenze, tipo del popolare intendimento e del costume.
Tratto da: De Bourcard: "Usi e costumi di Napoli e Contorni" volume I, pag. 151-153, brano di Carlo Tito Dalbono.

SPUNTI PER AVVENTURE
La descrizione di Dalbono fornisce già di suo alcuni spunti che potremmo dire "naturali" dello scrivano pubblico. Il suo stesso essere pubblico implica che venga usato da delle persone che, nella necessità di comunicare con coloro con cui magari sono in confidenza per iscritto devono mettere a parte di ciò anche colui che scrive, cioè lo scrivano. Questi quindi può essere a conoscenza di un numero di fatti, affari, imbrogli, tresche e altre miserie umane come pochi altri. Ma la sua reputazione lo invoglia alla riservatezza: chi farebbe scrivere cose proprie a qualcuno che si sa ha la lingua lunga? Nessuno in un luogo qualsiasi, quindi figuriamoci a Napoli.
Naturalmente c'è modo e modo di chieder e far domande e questo potrebbe far si che un povero scrivano si trovi ad esser minacciato da bravi o uomini di malaffare affinché spifferi i dettagli di questa o quella lettera. Ciò può avvenire in presenza dei personaggi, questi possono essere assunti a protezione o persino, se sono cattivi soggetti, potrebbero essere latori della minaccia.
Oppure un giovane scrivano potrebbe impietosirsi per una qualche faccenda di cui ha saputo tramite un cliente e chiedere ai personaggi con cui magari è in confidenza o che sono puranche suoi clienti di occuparsene con la massima discrezione e lasciandolo nella sicurezza dell'anonimato.
Altresì lo scrivano potrebbe aver scritto una lettera per una persona di lì a poco scomparsa o uccisa e magari nella lettera (sparita naturalmente nell'atto delittuoso) potrebbero essere contenuti dettagli rivelatori di mandante od esecutore (cosa che potrebbe anche mettere in pericolo lo scrivano, ma in modo più remoto).
Insomma gli spunti che una tale professione può suscitare sono numerose quanti i generi di clienti che gli si rivolgono.

PRONTI PER ESSERE UTILIZZATI

SCRIVANO PUBBLICO LIVELLO 7: PV:65
FO:13, AB:15, AG:13, RI:13, RE:13, PE:13, IN:18, SA:18, VO:13, FR:13, CA:16, BE:13
Leggere e scrivere:16, Comporre epistole:16, Scrivere prosa:14, Discrezione:14, Etichetta:12, Letteratura:14, Lingua Classica:14, Calligrafia:13

SCRIVANO PUBBLICO LIVELLO 18: PV:50
FO:14, AB:18, AG:11, RI:15, RE:10, PE:10, IN:26, SA:27, VO:15, FR:15, CA:20, BE:13
Leggere e scrivere:31, Comporre epistole:30, Scrivere prosa:27, Comporre versi:26, Discrezione:27, Etichetta:22, Letteratura:27, Conoscenza della legge:24, Pettegolezzo:23, Tradurre:26, Lingua Classica:27, Calligrafia:25

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