mercoledì 23 gennaio 2013

Le Avventure di Izzy Spoon - I - Il Sepolcro Violato - Parte II

Izzy Spoon: Izzy si incamminò verso la grotta. Il vento soffiava lungo la pianura, più freddo di quel che si aspettasse. Si strinse nei vestiti e guardò la lunga parete di roccia: si era dimostrato spavaldo con Evver, ma aveva davvero paura di morire li dentro. Non aveva mai combattuto contro truppe addestrate e aveva ucciso una sola volta: il suo più tragico errore. Andando avanti vide un'incurvatura nella roccia e poi una grotta abbastanza grande: doveva essere lei. Si accovacciò sulle ginocchia, si mise una mano sul cuore: gli sembrava volesse sfondare il petto. Cercò di ricordarsi tutto quello che aveva imparato e prese a fare profondi respiri: all'addestramento gli era stato insegnato che quando l'adrenalina sale, devi compensare. Dopo un po' si era tranquillizzato, e si decise ad agire. Pregava solo che sarebbe stato pronto al momento giusto. Si appiattì, ventre a terra per ridurre il rumore, e cominciò a strisciare verso la caverna, per cercare di dare un'occhiata veloce.

Dungeon Master: Un sottile filo di fumo usciva dall'imboccatura della caverna, segno inequivocabile che era abitata e che quindi si trattava proprio di quella che lui stava cercando. Non vi era nessuno di guardia all'esterno. In fondo a parte l'accolito dello sciamano gli orchetti non avevano mai dovuto fronteggiare una reale minaccia proveniente dall'esterno.
Arrivò fino all'imboccatura e sbirciò dentro un attimo. Non vide granché perché la giornata non era luminosa e il fumo fuoriuscente limitava la visibilità. Notò però subito che le pareti erano state realizzate con maestria e che la grotta era dotata di un pavimento di pietra. Piuttosto che di una grotta internamente si trattava di una vera e propria tomba.

Izzy Spoon: Izzy ritrasse la testa, e, il più lentamente possibile, si alzò in piedi, cercando di annullare la sua presenza. Si appiattì contro la roccia con la schiena, “Mio dio, eccoli...” non voleva proprio entrare, preferiva combattere in campo aperto, dove poteva sfruttare la sua agilità. Abbassò lo sguardo e vide che il terreno era pieno di sassi: gli venne un'idea, forse non la migliore del mondo, ma pur sempre meglio che entrare nella caverna agitando la spada e urlando. Estrasse l’arma, sempre evitando di fare rumore e, con movimento fluido e veloce, lanciò un sasso dalla parte opposta della caverna. Poi attese e pregò nella sua mente che funzionasse.

[...]quando vide il corpo dell'orchetto senza testa continuare
ad avanzare sprizzando sangue dal moncherino del collo per
alcuni passi prima di accasciarsi al suolo.
Dungeon Master: Il sasso schizzò all'interno della tomba perdendosi nell'oscurità, ma nel suo volo produsse due rumori di pietra contro pietra e uno diverso seguito subito da un grido, forse di dolore e da un tonfo. Un momento di silenzio e poi altre grida gutturali, di almeno tre creature diverse e passi che si dirigevano verso l'ingresso.

Izzy Spoon: Izzy sobbalzò al sentire il grido: il sasso aveva colpito qualcuno? Non ci credeva, che fortuna! Forse non sarebbe morto quel giorno. Sapeva già cosa fare: si preparò ad accogliere le creature all'ingresso, la prima che fosse uscita avrebbe subito un fendente alla testa.

Dungeon Master: Fu di una precisione che lo lasciò per qualche momento stupefatto del suo stesso operato, quando vide il corpo dell'orchetto senza testa continuare ad avanzare sprizzando sangue dal moncherino di collo per alcuni passi prima di accasciarsi al suolo.
Un altro orchetto che era avanzato insieme al compagno ma dal lato opposto a quello in cui Izzy si era piazzato guardò inorridito la fine dell'altro. Entrambi avevano la spada curva in pugno ma ad uno di loro non era servito. Un terzo orchetto che seguiva i primi due e non aveva nemmeno un arma in pugno si affannò a cercare di estrarre la mazza che portava alla rozza cintura che aveva al fianco. Nessuno dei tre emise un suono.

Izzy Spoon: Izzy si concesse un decimo di secondo per contemplare la scena, poi agì con velocità: riportò l'alabarda dietro al corpo e provò un fendente basso sull'orchetto armato, ancora stordito. La lama dell'arma penetrò a fondo nel polpaccio dell'orchetto, e la creatura si portò urlante la mano sulla ferita. Lo spadaccino non perse tempo e si girò per ingaggiare l'altro avversario, che stava ancora cercando di estrarre l'arma. Izzy cercò di danneggiarlo proprio al braccio con cui avrebbe impugnato l'arma: un altro colpo a risultato sicuro e una ferita altrettanto profonda si aprì sul braccio. Izzy, si portò poi a distanza di sicurezza, proto al combattimento vero e proprio. “Ha funzionato... non ci credo...”, un rapido sorriso a metà tra il divertito e l'isterico comparve sulla sua faccia.

Dungeon Master: I due orchetti si ripresero troppo tardi per evitare di essere feriti, ma una volta capito che avevano di fronte un unico avversario si misero a combattere mulinando le armi con la forza della disperazione cominciarono a gridare come ossessi nella loro lingua gutturale.

Izzy Spoon: Izzy, il cui corpo ormai si muoveva da solo, si scagliò sull'orchetto armato di spada, che non riuscì a reagire in tempo: un preciso colpo calante gli squarciò il petto, ponendo fine alla sua vita. Nel frattempo l'altro orchetto non rimase a guardare e si avventò su Izzy, il quale però, si era girato in tempo e con un passo misurato, schivò il colpo.
Dungeon Master: l'orchetto fu frustrato dalla rapidità del suo avversario e spaventato dal veder cadere un altro compagno. Continuò a combattere, ma Izzy capì che stava tentando di indietreggiare ed era evidente che ora chiamava aiuto a gran voce.

Izzy Spoon: Izzy si lanciò sull'avversario e gli recise la giugulare con la lama dell'alabarda, sempre precisa, ma non era soddisfatto: l'orchetto aveva fatto in tempo ad urlare. “Sembra che la giornata si complicherà ancora di più...” disse tra se e se Izzy. Le mani gli tremavano per l'eccitazione.

Dungeon Master: Il giovane combattente si ergeva vincitore circondato dai cadaveri di tre orchetti, ma il rumore di altri passi sulla pietra nuda e grida gutturali in rapido avvicinamento gli fecero subito ricordare che non era ancora finita.

Il giovane corse a perdifiato e, quando era a più di una trentina di passi
dalla caverna trovò un masso sporgente dietro cui nascondersi e sbirciare.
Izzy Spoon: Izzy guardò verso la caverna, e pensò subito ad un piano per difendersi. Avrebbe funzionato posizionarsi ancora ai lati della pietra? Il ragazzo non è era più così sicuro: quei mostri erano all'erta e già pronti al combattimento, stavolta non gli sarebbe andata così bene. Decise comunque di correre lungo un lato della roccia e portarsi a distanza, giusto per farsi un'idea del numero dei nemici. Poi si appiattì il più possibile al terreno e attese.

Dungeon Master: Il giovane corse a perdifiato e, quando era a più di una trentina di passi dalla caverna trovò un masso sporgente dietro cui nascondersi e sbirciare.
Appena in tempo! Pochi istanti dopo un grosso orchetto, armato con una scure che sembrava una mannaia gigante e che indossava una specie di scudo tondo a mo' di pettorale uscì in corsa dalla caverna, bloccandosi nel vedere i cadaveri. Altri due, entrambi armati di spade curve lo fiancheggiarono dopo qualche momento, ma restarono un paio di passi più indietro. I tre si guardarono intorno poi uno degli orchetti più piccoli disse qualcosa a quello grosso, indicando dentro. Quello grosso lo colpì rudemente alla spalla con uno spintone, quindi disse qualcosa in modo autoritario e indicò ai due la direzione opposta a quella in cui si trovava Izzy. Questi vi si incamminarono cautamente e l'orchetto parve rimanere ad osservarli, dando le spalle ad Izzy.

Izzy Spoon: Izzy si guardò la scena meravigliato: il grosso delle forze si stava allontanando, “qualcuno lassù mi ama” pensò. Decise di aspettare di essere solo con l'orchetto, poi attese che si girasse di spalle. In un secondo, uscì dal nascondiglio e scagliò con tutta la sua forza l'alabarda contro lo sventurato.

Dungeon Master: Era un tentativo avventato: cento cose potevano andare storte, ma la fortuna gli arrise e sebbene il tiro fosse quasi corto l'alabardina colpì l'orchetto alla gamba e forse per la sua forma o solo per l'impatto lo ferì anche piuttosto seriamente alla coscia destra, che prese subito a sanguinare.
L'umanoide lanciò un grido bestiale di dolore quindi si voltò nella sua direzione e dopo aver strappato la punta dell'alabarda dalla ferita sollevò l'enorme mannaia che impugnava sopra la testa e caricò.

Pochi istanti dopo un grosso orchetto, armato con una scure che sembrava
una mannaia gigante e che indossava una specie di scudo tondo a mo'
di pettorale, uscì in corsa dalla caverna, bloccandosi nel vedere i cadaveri.
Izzy Spoon: Izzy, sorrise: era proprio quello che si aspettava. Si mise in guardia, estraendo la spada e si preparò ad eseguire il suo famoso sgambetto, pronto a finire lo scontro in una mossa sola.

Dungeon Master: L'orchetto gli arrivò incontro proprio come voleva ma e quando stava per ingaggiarlo il giovane gli fece lo sgambetto, cosa che lo fece sbilanciare in avanti. Sfortunatamente, a Izzy mancò la coordinazione e il suo colpo alla schiena mancò l'orchetto piegato e ancora in corsa di un capello.
L'umanoide arrestò la sua corsa una dozzina di passi dopo, si girò verso di lui, gli disse qualcosa di irripetibile nella sua lingua e si buttò di nuovo alla carica.
Izzy si concentrò sullo schivare i colpi dell'orchetto e provò a rispondere appena poteva, ma l'orchetto maneggiava la sua mannaia in modo spregiudicato e riuscì a ferirlo seppure di striscio al corpo. Il giovane tentò quindi il lungo affondo, ma la mossa gli riuscì tanto malamente che se l'orchetto non ne fosse stato sorpreso si sarebbe ritrovato con la testa troncata, invece se la cavò con un taglio sul lato della nuca, doloroso e una spalla scorticata.
Lo scontro continuò per un tempo che a Izzy pareva interminabile: l'orchetto riusciva sempre a metterlo in difficoltà e la sua spada era inefficace nel parare i colpi dell'avversario che aveva un'arma così pesante. Se non fosse stato per la sua agilità e l'armatura sarebbe già perito, invece aveva subito solo ferite superficiali.
Un momento dopo però le cose parvero cambiare e un colpo dell'orchetto lo avrebbe quasi sventrato se lui non fosse inciampato in un sasso mandandolo a vuoto.

Izzy Spoon: Izzy e l'orchetto si scambiarono una serie di colpi tremendi e il mostruoso orchetto sembrava avere la meglio. Izzy era ferito, tremendamente stanco e provato da questa battaglia interminabile. Il ragazzo resisteva ormai per puro spirito di sopravvivenza e non riusciva a farsi venire in mente nessuna idea. La sua testa era un turbinio di emozioni e il suo corpo un ricettacolo di dolore, ormai insopportabile. Cominciò a pensare che sarebbe morto lì, in quello spazio desolato e sperduto, senza aver davvero fatto nulla nella vita. Il combattimento infuriava ancora, per interi, terribili minuti, quando Izzy, al limite delle sue facoltà psico-fisiche, sferrò un calcio con tutte le sue ultime energie all'orchetto. Incredibilmente l'orchetto non si aspettava una tale reazione, e perse l'equilibrio. Izzy si riscosse per quel secondo che bastava, e finì l'avversario con un fendente tremendo. Il mostro si accasciò sul terreno , in un lago di sangue, più di Izzy che suo. Il ragazzo ebbe un cedimento e cadde sulle ginocchia, poi piombò sul terreno, la faccia nell'erba. Si girò a fatica, e guardò il cielo: da quando era così azzurro? Lo aveva mai notato prima? E l'erba era così morbida, il vento così fresco...Perché tutto sembrava dipinto con colori più vividi? Allora scoppiò in lacrime, piangendo e ridendo solo per il fatto di essere vivo. Si concesse questo momento per liberare tutte le emozioni accumulate, tutti questi anni passati a fingere e mentire, in questi ultimi istanti tra la vita e la morte. Si alzò con molta fatica, perdeva molto sangue, ma non si era mai sentito più vivo. Zoppicando, raccolse l'alabarda, rinfoderò la spada e si avviò lontano da quel luogo di morte, in cerca di un posto dove medicarsi e riposare. Mentre si allontanava stava ancora ridendo, una risata argentea e limpida, di chi guarda al futuro con speranza.

Dungeon Master: Il giovane cominciò a costeggiare le montagne, quindi si ricordò di aver visto, mentre si avvicinava a quel luogo col nano, delle grotte naturali. Non lontano da dove si trovava, in fondo. Si infilò nella prima che trovò e diede un'occhiata alle sue condizioni. Per fortuna lavate le ferite con dell'acqua si rese conto che erano meno gravi di quel che gli era sembrato. Anche se gli facevano male e avevano sanguinato il sangue che aveva addosso alla fine era più dell'orchetto che suo. Non gli restava che fasciarle e decidere sul da farsi.

Il giovane cominciò a costeggiare le montagne, quindi si ricordò di aver visto, mentre si
avvicinava a quel luogo col nano, delle grotte naturali. Non lontano da dove si trovava in fondo.
Izzy Spoon: Cercò qualcosa con cui fasciare le ferite, ma non aveva né bende di fortuna né strumenti adeguati alla medicazione. Si maledisse per non aver chiesto ad Evver qualcosa in più. All'improvviso si sentì la testa esageratamente pesante, si distese nella prima posizione comoda e cadde in un sonno profondo, popolato da sogni sfocati.

Dungeon Master: Quando si svegliò la luce proveniente dall'esterno gli fece capire che era circa metà pomeriggio. Si sentiva meglio, anche se era ancora un po' ammaccato. Ma non sanguinava più dal alcun punto.

Izzy Spoon: Si alzò un po' a fatica e si sporse dalla grotta e vide l'ormai familiare paesaggio vasto e sterminato, dominato dalla prateria. Izzy non sapeva cosa fare: tornare dal nano con la coda fra le gambe e ammettere la sconfitta oppure tornare sul luogo della battaglia e controllare la situazione? Dopo aver riflettuto, si convinse che non avrebbe potuto in alcun modo mostrarsi debole di fronte ad un esponente della comunità dei nani, si era dimostrato troppo sicuro di se e ora doveva andare fino in fondo. Così decise di avviarsi alla grotta dove aveva sconfitto gli orchetti, per controllare la situazione. Pensò che la sua fortuna cominciava ad esaurirsi. La sua vita era sempre stata brava ad illuderlo, perché smettere ora?

Dungeon Master: Percorse il cammino a ritroso verso la caverna dove si trovava la tomba. Faceva freddo ma non c'era vento. Con un po' di meraviglia trovò i corpi lì distesi dove li aveva lasciati, bloccati nella posa mortale dal freddo e dalla morte. Nessuno pareva averli toccati.

Izzy Spoon: Izzy alzò velocemente la testa e si guardò intorno: il vento soffiava imperioso e il paesaggio intorno a lui era deserto. Si abbassò sui corpi e cominciò a frugare nelle loro vesti, cercando qualcosa che potesse tornargli utile.

Dungeon Master: Il giovane ispezionò i corpi con una certa difficoltà vista la rigidità che avevano assunto. Indosso agli orchetti non trovò che qualche soldo di rame, 18 in totale e un monile di bronzo di forma circolare che forse poteva avere un qualche valore. Quello che aveva ragione di ritenere il capo invece aveva un sacchetto con altri 15 soldi di rame e 5 monete d'argento che Izzy non aveva mai visto, probabilmente conio nanico. In una tasca aveva poi anche una specie di talismano fatto di un metallo di un inusuale color grigio chiaro, la cui catenella era spezzata e che raffigurava una testa di lupo. Quando il giovane lo tirò fuori per un momento brillò notevolmente riflettendo la luce del sole, facendogli vedere tanti puntini luminosi.

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