martedì 15 gennaio 2013

Warhammer Vampire Wars - L'Eredità di Steven Savile - Libri Fantasy n.14

DETTAGLI
Titolo: Warhammer Vampire Wars - L'eredità
Titolo originale: Warhammer Vampire Wars - Inheritance
Sottotitolo: L'ascesa dell'aristocrazia della notte
Autore: Steven Savile
Anno: 2010
Editore: Oscar Mondadori
Copertina: Wayne England

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QUARTA DI COPERTINA
All'interno dello sterminato impero la Sylvania è una regione selvaggia, isolata dal mondo, un luogo dove è difficile distinguere realtà e leggenda.
Creature sovrannaturali ed esseri umani, angeli e demoni, vivi e morti.
E' qui che vivono gli ultimi vampiri...
L'EREDITA'
Tra i monti silenziosi e le buie foreste della Sylvania, il crudele Vlad von Carstein è protagonista di un'ascesa al potere sotterranea e incontrastabile. In breve riesce a stabilire la signoria dei non-morti sull'intera regione e, quando il mondo se ne accorge, è troppo tardi: chi potrà salvare i vivi da questa genia di vampiri assetati di sangue e dalle loro formidabili armate?

DESCRIZIONE
Sylvania 1797. In una sera buia e tempestosa il vecchio e sanguinario Otto van Drak è in agonia. Al suo capezzale, oltre al consueto prete sigmarita e al chirurgo vi sono l'invidioso fratello Leopold e l'amata figlia Isabella. Il primo con gran sdegno della seconda non attende altro che la morte del vecchio Otto per diventare il nuovo Conte van Drak.
Ma proprio quando l'anziano conte sembra sul punto di spirare un nuovo arrivato irrompe sulla scena portando conforto al vecchio: Vlad von Carstein, un giovane dall'incarnato pallido, i modi nobili e uno sguardo magnetico a cui è difficile resistere. Questi per ottenere la mano di Isabella (ed il casato) non esita ad accontentare la di lei richiesta aprendole il suo cuore e snudando come dote quello di Leopold, strappato ancora palpitante dalla cassa toracica del borioso nobiluomo.
Un po' più di 200 anni dopo questi eventi la Sylvania selvaggia e tetra è ancora lo scenario in cui si muovono due cacciatori di streghe in cerca di un uomo, un assassino a cui danno la caccia da sette anni, settima e ultima voce di una lista di vendetta stesa dopo un massacro perpetrato alle spese dei familiari dei due cacciatori che ora desiderano soffocare nel sangue il loro odio. Ma Aigner sfuggirà loro trascinandoli nel profondo di quella remota regione, fino alla sua oscura capitale, Drakenhof, dove saranno testimoni involontari e impotenti dell'ascesa del Conte von Carstein a padrone incontrastato della Sylvania e minaccia per l'impero e per tutti coloro che sono vivi e hanno sangue che scorre nelle vene.
Un'ascesa che imbratterà ogni cosa di sangue e porterà morte e soprattutto non-morte fin nel cuore della nazione sigmarita.

PRO

  • L'autore sembra particolarmente a suo agio nel descrivere gli ambienti cittadini e le consuetudini popolari e questo rende viva e credibile la narrazione in questi ambiti.
    Piacevole realtà cittadina: + 5
  • La psicologia dei vivi che si confronta con la non-morte e dei vampiri che affrontano la realtà del loro stato attuale è molto ben sviluppata e realistica e in più di una occasione l'autore pare metterle deliberatamente a confronto rendendo partecipe il lettore delle riflessioni dei personaggi su vita e non-vita.
    Pensieri e sentimenti di vivi e vampiri sono eviscerati sapientemente: + 8
  • L'atmosfera è sapientemente resa tetra dai toni della narrazione e l'autore è abile a dare a chi legge quel senso di sospeso e a tratti di minaccia ed oppressione che i protagonisti provano in prima persona.
    Paura e paranoia sono a tratti palpabili: + 5
  • Le descrizioni, anche di comparse insignificanti, sono sempre generose di dettagli e ricche di particolari che permettono di raffigurarseli.
    Ogni personaggio si fa ricordare per qualcosa: + 4


CONTRO

  • Scrivere un romanzo su un conte vampiro non è né originale, specie in questo periodo in cui le librerie e il cinema sono invasi da questa progenie, né semplice visto che ci si misura comunque col conte vampiro per eccellenza.
    Vampiri, non-morti, fantasmi, morsi sul collo e bagni di sangue. Deja vù: - 4
  • La galleria dei protagonisti è il peggio dei cliché: cacciatori di taglie ossessionati dalla vendetta, un ladro gentiluomo, templari dalla fede vacillante, vampiri che lottano con/contro la propria natura e nobili vampiri eccentrici e distaccati.
    Triste a dire ma non se ne salva uno: - 10
  • L'eredità non è un vero e proprio romanzo, ma piuttosto una raccolta di racconti intermezzata da brevi capitoletti di collegamento che spostano avanti il tempo anche di molti anni, introducendo via via nuovi protagonisti che sono tali solo in quanto strumento per continuare il racconto dell'ascesa di Von Carstein di cui essi sono alleati, testimoni o vittime.
    Questa struttura risulta però fallimentare perché il cambio di punto di vista è spesso troppo repentino, quasi brutale talvolta, ma specialmente perché il lettore è proiettato su una nuova scena del tutto slegata dalle precedenti e si trova ad assistere ad eventi che paiono come improvvisi e confusi. Eventi che l'autore cerca di illustrare abbozzando intermezzi didascalici.
    Struttura narrativa malfatta, fragile e confusa: - 12
  • In varie occasioni l'autore cerca di illustrare al lettore scene che pare aver ben ferme nella mente, quasi come se fossero immagini, dipinti o sequenze filmate che egli ha realmente davanti agli occhi. La descrizione testuale però risulta confusa o approssimativa fallendo di comunicare la maestosità del momento.
    Scene iconografiche mal riuscite: - 3
  • L'autore si sforza di dare delle giustificazioni realistiche ad alcuni aspetti dell'assedio delle forze non-morte. Il gesto però propina solo delle giustificazioni discutibili e un po' artificiose che paiono messe a tamponare punti deboli in realismo che un'armata di non-morti di miniature ha fuori dal gioco ma hanno lo spiacevole effetto collaterale di dissipare l'atmosfera di cupa inesorabile invincibilità che l'armata pareva avere.
    Cercare di giustificare realisticamente il sovrannaturale è un esercizio futile: - 4
  • Chiudendo il libro, dopo aver letto quasi 300 pagine non sappiamo molto di più di von Carstein rispetto a quando lo abbiamo aperto. L'autore ce ne ha narrato le gesta scellerate e in qualche occasione cerca di dipingere aspetti del carattere o del pensiero tramite dialoghi con i protagonisti al suo seguito o che ne sono antagonisti. Ma la storia del conte ci resta ignota, così come i suoi pensieri e aspirazioni perché l'autore non si immedesima mai nei suoi panni svelandoci almeno in parte l'anima e il pensare di questo antico e oscuro signore della notte.
    Si parla del vampiro ma lo si sente solo parlare, se ne racconta la storia ma senza né capo né coda: -5


PUNTEGGIO FINALE: - 16
Il primo capitolo del romanzo gli dà subito l'atmosfera adeguata facendo pregustare un ottimo seguito, ma già la prima parte del romanzo affonda subito sommergendo il lettore con una raffica di personaggi cliché, spettatori impotenti di una trama scontata.
Ma il peggio deve ancora venire perché a metà libro la storia pare esaurirsi e l'autore manda avanti l'orologio del tempo con una scaletta di capitoletti malriusciti in cui fioriscono scene, tra l'altro confuse, da film sui vampiri di serie D.
Nell'ultima parte il ladro gentiluomo tira un po' su il ritmo della narrazione ma L'Eredità resta poco più che la cronaca malfatta dell'ascesa del poco originale conte vampiro di Warhammer in cui le scene più piacevoli sono quelle di normalità cittadina e la tetra atmosfera di cui è permeata la Sylvania. Tutto il resto è noia e cliché. Perfino le battaglie sono una mischia confusa e incomprensibile.
A meno che non giochiate a Warhammer e abbiate i conti vampiro tra le vostre armate preferite, non perdete tempo a leggere questo libro: di certo potete trovare ben di meglio sull'affollato scaffale vampiri.

SPUNTI CHE SARANNO PROBABILMENTE TRATTATI
Professioni/Razze intelligenti: Magnano, Cacciatore di Streghe, GeistJager, Trovatore
Animali/Mostri: Ghoul, Vampiro, Vetturino della carrozza nera

1 commento:

  1. Poteva essere decisamente fatto meglio. Dopo metà libro sono dovuto tornare più volta ad inizio capitolo per comprendere bene dove diavolo l'autore aveva portato improvvisamente tutta la storia. Un secondo prima si combatte in Sylvania, dopo Middenhein e un momento dopo ad Altdorf. Insomma, l'autore aveva fretta di chiudere il tutto. Peccato perché i capitoli iniziali dei cacciatori nella foresta li ho trovati molto evocativi.

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