martedì 19 novembre 2013

Le Avventure di Izzy Spoon - III - Bandito nella Palude Antica - Parte II

Izzy Spoon: Izzy rimase interdetto per un secondo, era più incuriosito dalla cosa che spaventato. In suo incedere lento non lo preoccupava e la sue fattezze lo lasciavano stranito, ma non così tanto. Una creatura della nebbia, un mostro forse, ma non più terrificante di altre cose già viste in passato, anche nella città dove era nato. La nebbia aveva fatto riaffiorare vecchie paure. Evitò facilmente la creatura e proseguì a passo svelto, guardandosi intorno continuamente.

Dungeon Master: Si lasciò alle spalle la strada: aggirando il mostro. Questo però continuava a orientarsi verso di lui in qualche modo anche se non riusciva a tenere il suo passo. Quindi fu costretto ad allontanarsi parecchio dalla strada fino a perderla del tutto di vista.

Izzy Spoon: Non si fermò in cerca della strada, continuò dritto memore della creatura che certamente lo stava ancora inseguendo, lenta, ma inesorabile, affidandosi a qualche senso nascosto: il mostro era cieco.

Dungeon Master: Camminò a lungo, destreggiandosi tra gli scomodi della brughiera, fino a che non arrivò a costeggiare la parete di roccia. Non molto dopo avvistò la ormai familiare sagoma del piede sinistro della statua. La foschia era meno fitta, doveva essere passato mezzodì oramai.

Quando aveva attraversato il corso d'acqua asciutto per metà il
cespuglio parve sradicarsi dal suolo e, come una sorta di bizzarro
quadrupede di fronde e rami delle dimensioni di una pecora, si mosse
veloce verso di lui caracollando sui gambi che ora che erano sradicati
era evidente terminavano con grosse spine simili ad artigli.
Izzy Spoon: Era esausto e urtato per questo continuo avanti e indietro. Adesso sapeva che la strada giusta era a destra. Si portò nel punto da cui era partito in precedenza e imboccò il sentiero corretto.

Dungeon Master: Seguì la strada a lungo nel suo serpeggiare per la brughiera. Ad un certo punto, quando doveva essere ormai metà pomeriggio la strada fiancheggiò delle rovine: pareti e colonne di pietra. Non le attraversò però: tra questa e quelle c'erano una buona ventina di passi di distanza.

Izzy Spoon: Izzy guardò sospettoso le rovine: non gli piacevano proprio. Decise che avrebbe dovuto uscire il più velocemente possibile da quel posto. Si sentiva abbastanza stanco: erano ore che camminava e il mostro gli aveva fatto sprecare ulteriori energie. Decise comunque di tentare il tutto per tutto: non voleva assolutamente passare la notte lì. Si diresse lungo la strada nella maniera più veloce che il suo fisico gli consentiva.

Dungeon Master: Oltrepassò le rovine e proseguì per qualche centinaio di passi, fino a che arrivò ad un vecchio ponte di pietra che superava un dislivello che un tempo doveva essere stato un corso d'acqua. Ora però questo era ridotto ad un rigagnolo e il ponte era in parte crollato. La strada infatti non lo attraversava, ma lo aggirava a sinistra scendendo nel letto asciutto del fiumiciattolo.
Izzy scese nel letto seguendo la strada che diventava una sorta di scala. Mentre lo attraversava però, notò che sotto l'arco abbandonato c'era un grosso cespuglio spinoso che pareva poggiato su quattro solidi gambi lignei. Quando aveva attraversato il corso d'acqua asciutto per metà il cespuglio parve sradicarsi dal suolo e, come una sorta di bizzarro quadrupede di fronde e rami delle dimensioni di una pecora, si mosse veloce verso di lui caracollando sui gambi che ora che erano sradicati era evidente terminavano con grosse spine simili ad artigli.
Izzy cercò di seminare la creatura inerpicandosi il più rapidamente possibile sull'argine, ma non ci riuscì: fu raggiunto a metà del cammino ma riuscì a girarsi per fronteggiare la strana creatura con l'alabarda, e anche da una posizione abbastanza vantaggiosa.

Izzy Spoon: Izzy si girò per tenere lontana la creatura. Era in una posizione precaria, ma vantaggiosa. Un groviglio di arti simili a rampicanti, foglie, tronchi cercava di ghermirlo, ma il ragazzo utilizzò l'alabarda per tenere a distanza il mostro, squarciando ogni protuberanza che riusciva a raggiungere.

Dungeon Master: L'alabarda si dimostrò efficace contro quella specie di animale-pianta, recidendone e schiantandone alcune fronde, ma l'essere non sembrava intenzionato ad arrendersi e si buttò di nuovo all'assalto ciecamente.

Izzy Spoon: Izzy non si distrasse e parò la maggior parte dei colpi della creatura, subendo solo una o due lievi frustate dagli arti. Dopo che il mostro ebbe rallentato il ritmo, Izzy vide la sua occasione: rapidamente porto l'ascia sopra la testa, e la abbassò a velocità sorprendente, tagliando quasi a metà la creatura, ormai esausta, che scivolò giù dalla sporgenza portando con se rami e radici.

Dungeon Master: La cosa vegetale, qualsiasi cosa fosse, ruzzolò fino al centro del letto asciutto dove rimase immobile come una comune pianta sradicata.

Izzy Spoon: Izzy guardò un secondo la pianta che aveva sconfitto, poi colmò gli ultimi metri e risalì il letto del fiume, non senza un po' di fatica. Era molto stanco, prima per la corsa, poi per la battaglia: doveva uscire al più presto da lì.

Rovuomo
Izzy poté così notare che la creatura che aveva
scambiato per un umano o comunque un umanoide era
si dotato di gambe e braccia (queste ultime troppo
lunghe), ma non aveva pelle o vestiti, era come se
fosse una sorta di pianta spinosa di sembianze
umane, troppo umane.
Dungeon Master: Il giovane avventuriero risalì sull'argine e continuò a seguire la strada. Questa si inerpicava su una sorta di collina che affondava il suo fianco sempre più nella montagna: segno che si stava avvicinando al punto in cui la strada lasciava quella valle paludosa per inserirsi nella via della cenere. Ma quando arrivò in vista della china della collina si trovò davanti un gruppo di goblin che pareva aver appena abbattuto un uomo o comunque un umanoide più grosso di loro. Alcuni di essi erano feriti. Ma quando scorsero Izzy, più o meno lui scorse loro, emisero un grido d'allarme e sciamarono verso di lui. Erano in nove, ma solo cinque gli corsero subito incontro. Erano tutti dotati di scudi rotondi delle dimensioni di un grosso piatto e armati con delle spade corte, più dei pugnali che vere spade e con delle accette che un uomo avrebbe usato al più per sfrondare un albero.

Izzy Spoon: I mostri non persero tempo, e nemmeno Izzy. Le bestie gli li lanciarono contro, e il ragazzo squarciò il fianco al primo dalla distanza. Il secondo si avvicinò correndo, senza rallentare, ma Izzy aveva già preso i tempi: roteando l'alabarda in un movimento fluido, la abbatté sul cranio del nemico, fracassandolo. Il terzo invece riuscì a colpire Izzy, ma l'armatura e un rapido colpo d'occhio lo salvarono da danni gravi. Mentre l'ultimo, sopraggiunto in quel momento, venne neutralizzato da Izzy, che parò il colpo con il manico dell'arma per poi finirlo, l'altro colpì ancora Izzy, protetto dall'armatura ancora una volta, mentre il terzo, provando un colpo forse troppo ardito, rivelò le sue intenzioni, permettendo al ragazzo di parare. Quest'ultimo venne poi squarciato da Izzy che, con una mossa repentina, si girò per affrontare l'altro avversario e riuscì a ferirlo grazie alla portata dell'arma. Il mostro si tenne il fianco urlante, mentre un ultimo nemico giunse in soccorso dei suoi compagni, ma venne ancora una volta bloccato da Izzy. Rimanevano ancora tre goblin, di cui uno ferito, e altri due più avanti, presso il corpo. Izzy non sapeva ancora cosa stessero facendo.

Dungeon Master: I due goblin che erano rimasti presso il corpo guardarono il giovane con gli occhi sgranati mentre questo faceva a pezzi sempre più rapidamente i loro compagni. Per Izzy erano avversari ben al di sotto della sua portata e spacciò facilmente il goblin che già aveva ferito e ne schiantò l'altro indifferente al suo patetico tentativo di parata.
L'avventuriero vide cadere improvvisamente anche i due goblin rimasti presso il corpo a distanza di momenti l'uno dall'altro. Un nano si era avvicinato loro in corsa, armato con un'arma di rozza fattura, a metà tra un randello e una accetta e li aveva colpiti brutalmente anche sfruttando la sorpresa. Izzy si ritrovò quindi a fronteggiare un solo goblin, i cui occhi schizzarono fuori dalle orbite nell'immediata necessità di cercare una via di fuga.

Izzy Spoon: Prima che ebbe il tempo di decidere, Izzy lo decapitò con un fendente laterale. Poi alzò lo sguardo su quel massacro: ancora stentava a credere che fosse stato lui. Esausto, guardò il nano, cercando di capire le sue intenzioni, rinfoderò l'arma, mantenendosi a distanza, e attese.

Dungeon Master: Abbattuti i due goblin, il nano appoggiò la punta della sua arma al suolo.
Era un randello su cui erano state inserite a forza due lame di accetta. La fattura era rozza e le lame sembravano molto simili a quelle delle armi goblin che erano state appena usate contro di lui.
L'aspetto del nano era inconsueto, diverso da quelli che Izzy aveva finora incontrato. La differenza che più spiccava era il tatuaggio di un blu intenso che questi aveva in bella mostra sulla fronte. Barba e capelli erano entrambi molto più corti di quelli dei nani che aveva incontrato finora, come se fossero stati tagliati non molto tempo prima. L'abbigliamento poi non era ordinato e di buona fattura: la corazza del nano, se tale la si poteva considerare, era una specie di giustacuore di cuoio su cui erano cuciti rozzamente pezzi di metallo per realizzare una specie di grossolana borchiatura.
Il nano guardò per un momento il corpo, poi ci sputò sopra e lo rovesciò con un calcio, dicendo: «Schifoso Rovuomo.»
Izzy poté così notare che la creatura che aveva scambiato per un umano o comunque un umanoide era si dotato di gambe e braccia (queste ultime troppo lunghe), ma non aveva pelle o vestiti, era come se fosse una sorta di pianta spinosa di sembianze umane, troppo umane.
Il nano lo stava fissando, o meglio guardava qualcosa e Izzy capì che era il barilotto che aveva legato allo zaino.

Darin il Bandito
L'aspetto del nano era inconsueto, diverso da quelli che Izzy aveva finora incontrato. La differenza
che più spiccava era il tatuaggio di un blu intenso che questi aveva in bella mostra sulla fronte.
Izzy Spoon: Izzy slegò lentamente il barilotto, e lo posò a terrà. «Parli la mia lingua?»

Dungeon Master: Il nano annuì. «Vieni dalla miniera?» domandò.

Izzy Spoon: Izzy si allontanò dal barile, e continuò a parlare lentamente, come se fosse ancora convinto che lo strano nano non riuscisse a comprenderlo: «Si. C'è stata una battaglia...i goblin hanno invaso i tunnel... un vero massacro, ma credo che i nani abbiano vinto, o queste paludi adesso brulicherebbero di goblin»

Dungeon Master: «I goblin hanno invaso...» il nano parve ponderare questa cosa con stupore genuino. «Ma i nani hanno vinto...» lo guardò. «Ma queste paludi brulicano comunque di goblin...» gli mostrò i cadaveri per terra.
«Tu quindi sei un nostro alleato... un alleato del clan. Non può essere diversamente. Sei molto gentile a parlare con me allora, dato che non puoi non avere visto che io sono stato bandito...» si tastò la fronte dove aveva il tatuaggio.
«Perciò ti aiuterò, ma dobbiamo muoverci, questo posto non è sicuro, questa palude è infestata dai goblin e da questi...» indicò la specie di umanoide spinato.
«Il mio rifugio è lì...» indicò un punto in alto sul fianco della montagna. Poi cominciò a frugare tra i corpi dei goblin valutandone le armi.

Izzy Spoon: Izzy cercò di riflettere: “Bandito? E' un reietto. Posso fidarmi di lui? Dopo tutto mi ha appena aiutato...che situazione! Non ho altra scelta, mi farò ammazzare stando qui da solo. Se dovesse rivelarsi pericoloso preferisco un nano come avversario a dei mostri.” «Verrò con te. Mi chiamo Izzy.»

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