venerdì 6 gennaio 2012

Ippocampo - Mostri di Midda's Chronicles n.1

DESCRIZIONE
“Una luce verde illuminava l’ambiente della stiva del brigantino, offrendosi agli occhi della donna e donandole così visione su una realtà al di fuori di quella a cui era abituata, a cui poteva offrire spazio nella propria mente: tale luce non trovava la propria sorgente in un fuoco o in qualche linfa fluorescente, ma risultava emessa da due grandi occhi, al centro di un capo che nulla di umano o animale riusciva a dimostrare. In effetti, nelle proprie forme, quella testa poteva richiamare l’idea di un cavallo, presentando un prominente muso semiconico, ma su quelle stesse proporzioni non corto pelo ma forti scaglie, simili a coccodrillo, rilucevano in colori bianchi, azzurri ed ancor verdi, e lunghi ed affilati denti contornavano esternamente la forma di una grande bocca, priva di labbra. Tale abominevole estremità, dalle dimensioni superiori ai due piedi di lunghezza, terminava un lungo e forte collo di almeno cinque piedi, ispirato ancora a proporzioni equine e nuovamente ricoperto di scaglie, a congiungersi a propria volta con un corpo simile nella propria metà anteriore a rettile, con grosse e tozze zampe artigliate, e nella propria metà inferiore a pesce, con un’affusolata e piatta coda orizzontale, per una lunghezza complessiva di oltre quindici piedi. Attorno ad esso, in un’atmosfera lugubre ed innaturale per il diffuso bagliore verde, giaceva quello che restava di coloro che un tempo dovevano aver composto l’equipaggio del brigantino: dove la parvenza di ciò che erano stati si mostrava maggiormente, i corpi si offrivano orrendamente mutilati a morsi, con segni di denti perfettamente riconoscibili sui mozziconi ormai dissanguati di braccia, gambe e colli. Erano tutti morti, tutti macabramente divorati dall’azione impietosa di quel mostro, che con essi aveva banchettato ingordamente, lacerandone le carni, frantumandone le ossa, distruggendo ogni speranza, ogni sogno, ogni futuro di tanti uomini e donne forse privi di colpa ma che, anche in caso contrario, non avrebbero comunque meritato una fine tanto orrenda e priva d’onore.”
Tratto da Midda's Chronicles, Gli spettri della nave, post n.83

Già per la sua stazza, imponente nei suoi 15 piedi di lunghezza da capo a coda, l'ippocampo potrebbe essere un avversario temibile, ma la sua pelle squamosa dura e impenetrabile come la più solida delle corazze, unita ad una rapidità nel colpire del tutto inaspettata per una creatura della sua taglia ne fanno un mostro letale, in grado di spazzare via l'intero equipaggio di una nave, anche in un confronto diretto.
Sebbene sicuro delle sue forze l'ippocampo non è però una bestia, ma un predatore terribile e intelligente per cui nutrirsi è lo scopo ultimo, ma che gode anche del piacere della caccia, affrontando come un gatto col topo coloro che hanno la sfortuna di occupare la nave su cui la creatura è salita.
Essa prima stermina l'intero equipaggio, poi con lento compiacimento passa giorni interi a consumarne i corpi, nella paziente attesa che la nave seppur senza controllo attiri l'attenzione di qualche altra imbarcazione e che quindi ci sia per lei un'altra occasione di massacro e nuovo nutrimento.
Se però questo non avviene o la nave incontra avversa fortuna affondando su scogli o arenandosi su un litorale l'ippocampo l'abbandona cercando nuove prede in mare aperto.

COMBATTIMENTO
La sola vista dell'ippocampo è terribile: chiunque lo veda all'opera deve superare una prova su Freddezza contro 20 o provare Paura. In caso di plus di fallimento pari o superiore a 5 la Paura sarà tale da essere vero e proprio Terrore che lascerà il malcapitato parializzato dove si trova.
L'ippocampo non combatte: l'ippocampo uccide e mutila. Sa di essere ben protetto dalla sua spessa corazza e non si dà grande pena di evitare colpi (cosa peraltro difficile vista la sua stazza) o arretrare di fronte alla minaccia delle armi o del fuoco e aggredisce i suoi avversari colpendo il più vicino, veloce come un serpente, e usando la sua bocca dentuta per infliggere ferite gravi o strappare d'un colpo braccia o gambe, riproponendosi di finire poi gli avversari mutilati e gementi al suolo con i possenti artigli su cui normalmente si regge mentre avanza per affrontare e sterminare quelli ancora in grado di combattere e stupidi a sufficienza da non essere ancora fuggiti.
A dispetto del suo aspetto animale l'ippocampo non è una bestia stupida o insensata: non si lascerà ingannare da trappole semplici o esche, ma sfruttando la sua perversa mente da predatore potrà far pensare di stare per farlo, per colpire invece con una certa sorpresa coloro che volevano ingannarlo.
L'unica parte veramente vulnerabile dell'ippocampo è l'interno della bocca, ma per riuscire a colpirla è necessario un colpo mirato a -7 o se si colpisce a distanza si tratta di un bersaglio in movimento delle dimensioni di una testa, ed è necessaria una prova su Riflessi contro 20 per essere abbastanza veloci nel colpire quando la creatura ha la bocca aperta (e qualcuno che gli dia motivo di aprirla).

HABITAT
A dispetto delle sue dimensioni l'ippocampo è una piaga solo per coloro che solcano il mare: nelle profondità marine esso non è che uno dei numerosi predatori di taglia media.
Nulla è dato sapere riguardo il suo modo di accoppiarsi o riprodursi: doverne affrontare uno è una sfida ardua per il guerriero più coraggioso, affrontarne una coppia è una follia che solo una numerosa squadra di duri veterani equipaggiati per l'occasione può pensare di poter raccontare.

SPECIALI
Protezione: squame estremamente corazzate(25+5MAX60), ignora 15 danni da armi da taglio
Armi naturali: Morso(10d6+5/4/70/po4), Artiglio(8d6+3/4/65/po2)
Danno vicendevole: l'ippocampo attacca con grande indifferenza per la propria sicurezza, sbilanciandosi spesso in attacco: +2 da parte dell'ippocampo e da parte di avversari che abbiano un punteggio di Riflessi minore di 20, +4 da parte degli altri avversari.

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