giovedì 28 novembre 2013

Le Avventure di Izzy Spoon - III - Bandito nella Palude Antica - Parte III

Dungeon Master: «Io sono Darin...» si bloccò un attimo come se stesse per aggiungere qualcosa. «Solo Darin il bandito finché non mi sarò accettato di nuovo nel clan... Ti servono le loro armi?»

Izzy Spoon: Izzy mostrò al nano le proprie: «Sono a posto. A proposito grazie per avermi aiutato». E indicò il barilotto: «E' tuo se lo desideri», e gli sorrise

Dungeon Master: Il nano fece un’espressione strana, poi lo guardò accigliato per un momento come se si stesse concentrando a carpire le sue emozioni.
«Allora prenderò io le armi...» Frugò gli altri mettendosi qualcosa in tasca di tanto in tanto, poi raccolse le accette e la più integra delle spade corte. Tutto questo in pochi rapidi momenti, come se non fosse la prima volta che lo faceva. Quindi fece segno a Izzy di seguirlo e si infilò su per una stretta cengia appena visibile che costeggiava il fianco della montagna. Dopo essere arrivati ad una decina di passi dal suolo, arrivarono ad un arbusto spinoso che stava abbarbicato alla parete. Il nano lo spostò un po' conficcandoci dentro la sua arma per muoverlo e rivelò l'accesso ad una piccola grotta, non era poi così stretto, circa un passo di lato ma Izzy avrebbe dovuto curvarsi per entrare.

Izzy Spoon: Izzy guardò il nano per un secondo, poi entrò, curvandosi più che poteva.

Dungeon Master: Il nano rimase immobile poi, una volta che il giovane fu passato, entrò a sua volta tirando al suo posto l'arbusto dall'interno.
La grotta continuava scomodamente bassa per alcuni passi prima di allargarsi in un ambiente vagamente circolare di un cinque sei passi di diametro. L'ambiente era illuminato da un'apertura sulla sinistra piuttosto ampia, quasi una piccola terrazza naturale, ma che doveva essere del tutto invisibile dal basso, visto che Izzy non la aveva notata prima.
In un angolo c'era un giaciglio di pelli e delle sacche cucite rozzamente. Qua e là c'erano pezzi di armi o di metallo e pietre che davano l'impressione di essere state smussate.
Il nano afferrò il giaciglio e lo stese al centro della grotta invitando Izzy a sedervisi sopra.

Izzy Spoon: Izzy si soffermò un secondo per osservare l'ambiente, che doveva essere la casa del nano. Decise di assecondarlo e si sedette.

Dungeon Master: «Purtroppo non ho granché da offrirti... quando mi hanno bandito sono stato allontanato senza nulla... ho dell'acqua e della carne affumicata però... e... e... e anche un paio di uova!»

...ma poi il nano prese il barilotto e lo posò vicino a dove si
era seduto e scavò da una delle sue sacche una pietra grigia che
era stava scavata fino a trasformarla in un bicchiere. Stappò il
barilotto e, tenendolo con la stessa cura che una nutrice avrebbe
riservato a un bambino, riempì con attenzione il bicchiere senza
sprecare nemmeno una goccia del prezioso liquido.
Izzy Spoon: Izzy era sorpreso dell'ospitalità che stava ricevendo, e la ammirava alla luce della vita umile che quel nano conduceva. Annuì compiaciuto e ringraziò il nano. «Da quanto non bevi della birra Darin?»

Dungeon Master: «Da... da... da... più di tre lune...» il nano chinò il capo come se non fosse in grado di guardarlo in faccia mentre lo diceva. «Davvero me ne daresti un po’?» chiese sempre senza guardarlo in viso.

Izzy Spoon: Izzy gli porse il barile: «E' tutta tua, Darin. Senza offesa, ma questa brodaglia non riesco proprio a berla», disse ridendo scherzosamente.

Dungeon Master: «Di-di-dici su-sul serio?» Per un momento lo guardò di nuovo con quel cipiglio indagatore e Izzy pensò che fosse sul punto di rifiutare, ma poi il nano prese il barilotto e lo posò vicino a dove si era seduto e scavò da una delle sue sacche una pietra grigia che era stava scavata fino a trasformarla in un bicchiere. Stappò il barilotto e, tenendolo con la stessa cura che una nutrice avrebbe riservato a un bambino, riempì con attenzione il bicchiere senza sprecare nemmeno una goccia del prezioso liquido. Ritappò il barilotto e si giro verso Izzy.
«Davvero posso berla?» gli chiese tenendo il rozzo bicchiere nella mano stesa davanti a sé quasi come se si aspettasse che lui gli dicesse di no e se lo riprendesse.

Izzy Spoon: «Come ho detto, Darin, è tua», rispose Izzy, accompagnando la frase con un gesto che lo invitava a bere.

Dungeon Master: Il nano annuì e bevve, lentamente, assaporando. Fu una scena bizzarra perché il suo viso esprimeva piacere, ma al contempo delle lacrime gli rigarono lentamente le guance.
Darin bevve il contenuto del bicchiere fino all'ultima goccia, poi tirò su col naso e si asciugò il viso con la manica.
«Buona» disse soltanto, ma era evidente che quel sapore tanto familiare lo aveva emozionato non poco.
«Mi spiace di poterti solo offrire dell'acqua... Ma... Puoi dirmi dove sei diretto?»

Izzy Spoon: «Uscito dai tunnel stavo seguendo la via della Cenere, poi sono stato attaccato da un mostro simile ad un rampicante, dopo averlo eliminato, mi sono perso cercando nuovamente il sentiero. E' allora che ho incontrato quei goblin e poi te.»

Dungeon Master: «Sei diretto verso la Via della Cenere? Verso il mare e le città umane?»

Izzy Spoon: «Esatto. Devo...ho delle cose da fare laggiù», e abbassò lo sguardo, pensando che quello sarebbe stato solo l'inizio.

Dungeon Master: «E... e... ci vai da solo?» Il nano sembrava sorpreso.

Izzy Spoon: Izzy lo guardò con un mezzo sorriso: «Mi sarebbe piaciuto avere un compagno di viaggio, ma nessuno si è offerto per accompagnarmi fin laggiù...la vostra razza è molto leale e ospitale, ma uno straniero come me rimarrà sempre uno straniero…», aggiunse con una nota di tristezza nella voce.

Dungeon Master: Il nano lo scrutò in silenzio per un lungo momento.
«Non posso averti incontrato per caso. La tua venuta è un segno. Un segno per me, un nuovo inizio. E tu sei così generoso. Ti prego permettimi di venire con te!»

Darin ubriaco
«Deve avermi offeso, ma non ricordo bene, so solo che avevo bevuto
troppo ed ero furioso come mai lo sono stato, anche in battaglia.
Non so come ma un momento era vivo davanti a me ad insultarmi e quello
dopo era al suolo in un lago di sangue col cranio fracassato dal
boccale di pietra da sfoggio con cui mi aveva offerto la birra...»
Izzy Spoon: Izzy rimase molto sorpreso dalla richiesta così improvvisa del nano, tuttavia quello strano nano gli ispirava una strana fiducia, doveva solo capire perché il nano si fidava di lui: «Darin, ti va di ascoltare la mia storia?»

Dungeon Master: Il nano scosse il capo. «Tu non devi spiegarmi nulla. Hai di certo il favore del m... del clan, altrimenti non saresti qui. Sono piuttosto io quello che deve giustificare la sua presenza tra noi due...»

Izzy Spoon: «Allora raccontami la tua storia, se lo desideri», E Izzy si appoggiò con la schiena alla piccola grotta cercando una posizione più comoda.

Dungeon Master: Il nano annuì: «Io ero un forgiatore presso il clan. Desideravo unirmi ad una... donna del mio popolo che però discendeva da una famiglia di scalpellini. Sono andato da suo padre per ottenere il suo consenso. Abbiamo bevuto. Lui evidentemente non aveva capito lo scopo della mia visita, l'ho capito solo riflettendoci, e quando io glielo ho rivelato è come diventato di pietra e non solo mi ha negato il suo consenso, ma ha detto che mai avrebbe accettato nella sua discendenza qualcuno che non fosse maestro nel lavorare la pietra. Deve avermi offeso, ma non ricordo bene, so solo che avevo bevuto troppo ed ero furioso come mai lo sono stato, anche in battaglia. Non so come ma un momento era vivo davanti a me ad insultarmi e quello dopo era al suolo in un lago di sangue col cranio fracassato da dal boccale di pietra da sfoggio con cui mi aveva offerto la birra...»

Izzy Spoon: Izzy ascoltò quelle parole senza fiatare. Quando il nano finì, il ragazzo era un turbinio di emozioni: sorpresa, paura, pietà, disprezzo, poi si ricordò che anche lui era un assassino, anche lui aveva le mani sporche di sangue. «Come ti fa sentire l'averlo ucciso?», chiese Izzy, senza guardarlo, parlando con un tono di voce senza emozione.

Dungeon Master: «Me ne vergogno. Avrei dovuto controllarmi. Spesso ho sognato che non era morto, ma solo ferito e io riuscivo a curarlo... ma erano solo i sogni di un bandito... Ma se sono sopravvissuto per più di tre lune senza avere nulla con me, ci sarà un motivo, Vagno vuole darmi una possibilità di riscatto... e ha mandato te!»

Izzy Spoon: Izzy si stupì di sentire che il nano sognava la sua vittima. Lui non l'aveva mai sognato, quel ragazzo che aveva trafitto per qualche moneta. Si sentiva forse migliore rispetto al nano perché non aveva avuto scelta? Perché aveva avuto un'infanzia tremenda, circondato da fame e morte? Non lo sapeva. Quello che sapeva era che il nano era come lui, vittima degli eventi, in questo caso di un eccesso di rabbia. Anche Izzy era stato accecato dall'ingordigia, dalla fame di denaro, e il suo incidente è stato tragico come quello di Darin, ma una buona azione non ne cancella una cattiva, né la cattiva la buona. Due rinnegati, due esuli, due fuggitivi. Izzy prese la sua decisione: «Anche io ho ucciso in passato, un innocente e non ne vado fiero. Sei la prima persona a cui lo dico perché noi siamo uguali. Forse quello che dici è vero: eravamo destinati ad incontrarci o forse no, ma Darin, dove sto andando non c'è riscatto, quello che ti aspetta se vieni con me saranno intrighi, raggiri, battaglie e morte. Ho un obbiettivo da raggiungere e non mi fermerò davanti a nulla. Se vieni con me avrai freddo, fame, sarai probabilmente braccato e ricercato. Non ti spaventa altro sangue sulle mani?», adesso Izzy lo stava fissando negli occhi con una luce spaventosa.

Dungeon Master: «Ho già avuto freddo e fame. Più di quanto avrei potuto mai immaginare e non ho paura di combattere. A meno che Vagno non abbia qualcosa di diverso per me il riscatto di cui parlo lo otterrò solo morendo in battaglia. Tu hai un obiettivo, questo conta. Io farò di tutto affinché tu lo raggiunga. Ti guarderò le spalle o il fianco finché sarò vivo!»

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