sabato 16 marzo 2013

Le Avventure di Falcor lo Strigo - I - Caccia alla Strega - Parte IX

Falcor: Chi dice che uno è meglio di due non ha mai incontrato una coppia di divoratrici infuriate probabilmente. Questo a Falcor parve abbastanza chiaro sopratutto quando, a seguito di uno suo colpo andato fuori fase, entrambe le creature ne approfittarono per attaccarlo ai fianchi, arrivando infine, a ferirlo ancor più gravemente. Ormai sembrava essere giunto ad un passo dalla morte, ma in compenso, con un montante caricato dal basso verso l'alto, riusci a tranciare il corpo della prima..Adesso si sarebbe concentrato sulla seconda...scappare era improponibile, specie nelle sue condizioni attuali.

Divoratrice
Chi dice che uno è meglio di due non ha mai incontrato
una coppia di divoratrici infuriate probabilmente.
Dungeon Master: Lo strigo provò il tutto per tutto ma il suo colpo andò fuori misura e la divoratrice gli fu addosso. Per fortuna l'impatto degli artigli fu assorbito dal corpetto rinforzato ma lo strigo si ritrovò buttato al suolo con l'orribile megera che cercava di bloccarlo al suolo per morderlo con la sue fauci simili ad un becco adunco.
La situazione si faceva insostenibile e Falcor si ritrovò ad annusare l'alito della creatura e vederne troppo da vicino le fauci. Ma alla fine con una gesto fulmineo impresse tutta la sua forza in una torsione, sbalzando da sopra di sé la megera e mandandola a finire nella pozza d'acqua che si trovava alla loro sinistra.

Falcor: Il dolore era atroce, lo sentiva fin dentro le ossa, quell'ultimo colpo gli aveva spezzato il fiato e le forze lo stavano lentamente abbandonando. Ironico, aveva appena affrontato le due creature che dovevano essere il problema principale di tutto questo, ma si era fatto ferire gravemente da quello che doveva essere un problema minore, un maledetto necrofago. Pensieri estranei apparte, dopo essersi tolto di dosso la divoratrice decise di approfittare della situazione nella quale si trovava, aveva notato fin da subito che questa era decisamente più debole rispetto alla sorella, forse sarebbe bastato poco e avrebbe prevalso. Eseguendo un allungo con le gambe, unito ad una rapida giravolta, cercò di intercettare la bestia, poco prima che potesse rialzarsi, utilizzando la punta dell'arma.

Dungeon Master: Lo strigo riuscì a bloccare la divoratrice prima che questa potesse balzar fuori dalla pozza mettendo solido argento tra loro e lasciando alla megera un paio di larghe ferite sul pancione.

Falcor: Tenne la spada all'interno del pancione della creatura cosi da impedirle alcun tipo di movimento e nel mentre, spingerla ancor di più giù in quella polla d'acqua. Avrebbe fatto in modo se non di affogarla quantomeno di non farla più rialzare.
Lo strigo provò a usare la sua spada come uno spiedo per far inabissare la creatura, ma questa si divincolò ed indietreggiò di alcuni passi restando nella pozza, che era profonda al massimo un paio di piedi, ma che dava a Falcor un certo vantaggio.
Ovviamente sfruttando la situazione lo strigo cercò in tutti i modi di sottomettere la creatura avversa, difatti, dopo aver nuovamente staccato il debole dello spadone dalla sua carne, provò nuovamente a colpirla, più debolmente certo, a causa di quel rapido movimento con la quale la creatura era riuscita a sfuggir via all'esecuzione.
Estraendo ancor una volta la lama d'argento dalle lardose carni, questa volta, lo strigo, che, se ne stava fuori dalla polla d'acqua, puntò a colpire il cranio della bestia . Sebbene il colpo fosse riuscito alla perfezione, pareva che la bestia avesser ancora le energie per mantenersi viva. Ormai, proprio come un tempo, quello specchio d'acqua stava divenendo un vero e proprio lago di sangue.
«Anf..Anf..» Osservò un ultima volta i resti dei due cacciatori di tesori, pensando a quanto erano stati idioti ad avventurarsi in un luogo come quello..Accadeva fin troppo stesso che uomini troppo avidi finissero per fare la fine del topo per mano di creature come quelle. Passandosi una mano sui capelli, tra respiri ansimanti e non, alzò un ultima volta la lama al cielo, richiamando infine le ultime sue energie rimaste. E, facendo calar nuovamente l'arma sul cranio della creatura, fece partire un poderoso fendente. Che, in un attimo..fece divenire l'essere..solo un orrendo ricordo.

Dungeon Master: Falcor si erse, seppur a fatica, tra i resti di ben due streghe divoratrici.
Non perse tempo a rimirarle, stanco com'era e estrasse dai loro corpi quanto poteva interessare ad uno strigo come lui. Una buona quantità di cadaverina da entrambe e i denti di quella a cui aveva spaccato la testa. Quelle dell'altra divoratrice se la tenne come trofeo per convincere il pastore del suo operato.

Falcor: Reperì tutto il reperibile...stremato e profondamente ferito a malapena riusciva a camminare. Con quel suo lento incedere giunse all'uscita della cripta...in quell'attimo la frescura e l'aria esterna, incontrarono il volto dello strigo, cullandolo dolcemente, e cercando, al tempo stesso, di ridestarlo. Dal canto suo Falcor dopo aver riposto lo spadone d'argento in quell'atipico fodero sul dorso, porto la mancina a regger il fianco destro, il più gravoso dal punto di vista delle ferite. Fu ben presto chiaro che erano trascorse un paio d'ore...dato che, da quando era entrato, che il sole era ben alto nel cielo, adesso a breve sarebbe calato. Impossibile sarebbe stato tornare al villaggio.."Sarà meglio chiedere ospitalità al contadino..o queste diamine di ferite rischiano di uccidermi..." Della bambina non v'erano tracce, ma tutto portava a presumere che fosse morta, a cominciare dal suo vestito strappato trovato all'inizio di quella ventura. Che si era curato di conservare con sé..

Dungeon Master: Lo strigo percorse faticosamente le scale in salita uscendo poi tra le rovine della fortificazione. Lì trovò alcuni degli attrezzi dei due ladri sparsi al suolo e quanto restava del cadavere di quello più magro. Piuttosto poco a dire il vero.
Proseguì per lasciare le rovine e tornare verso la fattoria, ma pochi passi più avanti incontrò anche i resti dell'altro cacciatore. Di questo non restavano che un torso maciullato e un paio di gambe. Poco lontano dal corpo, gettato in mezzo all'erba c'era il medaglione d'argento che i due avevano sottratto dal sarcofago.

Falcor: Questa volta si chinò avvicinandosi a lenti e circospetti passi, in direzione dell'oggetto scintillante, sicuramente gli sarebbe potuto tornare utile in futuro, sopratutto perché l'argento è l'unico elemento capace di poter bloccare con efficacia la maggior parte dei mostri. Ovviamente attorno a se diede un rapido sguardo per verificare di essere completamente solo. Sembrava essere l'unico essere vivente nel raggio di qualche centinaio di metri, tutto taceva. Tuttavia, lo premeva una pessima sensazione.. "Il contadino.." «Anf..Anf.» Ancora il respiro suo era pesante.."Speriamo che quelle due bestiacce non siano andate anche a trovar lui.."

Rovine della Torre del Leone Rosso
Lo strigo percorse faticosamente le scale in salita
uscendo poi tra le rovine della fortificazione.
Dungeon Master: Il medaglione era di buon argento, ma la testa di leone era stata realizzata con uno stampo, non era un monile di qualità ma piuttosto un segno di appartenenza.
Tornò a lenti passi alla fattoria quasi scalando la collina che lo separava da essa. Trovò il pastore e le pecore non lontano da questa. L'uomo gli si avvicinò subito con un aria preoccupata: «Vi ha ferito la maledetta? Sembrate uscito da una rissa con dei leoni...»

Falcor: Poggiando un mano sulla spalla del contadino, quasi cercandovi solo per un attimo sostegno, lo strigo, con quei suoi occhi che rammentavano un vero e proprio felino a causa sia della pozione che della mutazione, lo scruto per un attimo. La carnagione era quella di un vero e proprio cadavere a causa del pessimo stato nel quale si trovava il suo organismo. Annui leggermente..E, con tono amichevole e calmo, rispose a fatica. «Ho visto giornate..Migliori...Vi spiace..se vi chiedo di...aiutarmi..? Anf..»

Dungeon Master: «No certo! Venite in casa! Vi aiuto. Ma... l'avete uccisa?»

Falcor: «Non era una..erano due...» In quell'attimo, con rammarico, porse la stoffa della figlia sua, all'uomo. Estraendola dalla cintura alla quale era assicurata, ancor insanguinata. «Erano due divoratrici brav'uomo..se fosse stata una strega..forse...» Sospirò per un attimo fissando il sole che tramontava ad Ovest, cercando le parole adatte, cosa che di per se gli riusciva alquanto difficilmente. «Forse di vostra figlia...sarebbe rimasto ancora qualcosa in piu..purtroppo..questo ho recuperato..nulla di più...» "Non sono certo le parole da dire in una situazione come questa..sono un idiota.." Pensò con rammarico, pur non sapendo com'altro potersi esprimere. Cosi...rimase in silenzio..perché certe volte..il silenzio è l'unica soluzione..

Dungeon Master: L'uomo afferrò il frammento di stoffa dalle mani dello strigo e lo osservò con occhi fissi poi lo strinse al petto e pianse per qualche momento.
Quindi si pulì il viso con una manica e quasi come se quanto era successo non fosse avvenuto, riprese ad aiutare lo strigo a percorrere il tratto fino alla casa, dove egli si poté accomodare su una delle tre sedie che circondavano un tavolo malandato su cui troneggiava una grossa forma di formaggio in un piatto di legno.
«Potrei provare a bendarvi le ferite se volete...» si offrì l'uomo

Falcor: «Si..vi ringrazio...» Lo fisso a debita distanza andandosi a sedere. «Ovviamente vi pagherò qualche moneta per il disturbo..credo che senza di voi, avrei dovuto dormire all'aria aperta stanotte e la fauna locale non penso sia molto ospitabile..» Non fece troppi complimenti, era affamato, non appena difatti il contadino glielo permise, avrebbe volentieri preso un poco da mangiare. In quell'attimo anche se fosse stato il formaggio più ammuffito del mondo, oppure il più puzzolente, non avrebbe fatto troppi capricci.

Dungeon Master: La bocca del pastore si aprì in un mezzo sorriso: «Certo potete restare qui per la notte e mangiare con me. Non vi chiederò nulla, ci mancherebbe, voi mi ridate la possibilità di vivere qui con la mia famiglia... Ma cosa è questa Fauna di qui di cui parlate... ha a che fare con la strega?»

Falcor: «No mi riferivo a lupi...» In brevi attimi spiegò poi quanto aveva visto dopo che aveva mandato all'altro mondo le due divoratrici, alternando i dialoghi, con morsi di formaggio e bevute di liquore direttamente dalla sua borraccia personale, da cui mai si separava. L'alcool come al solito aiutava a dimenticare certe cose a cui aveva assistito, almeno non avrebbe rischiato di far degli incubi.."Già..come se uno come me potesse fare dei bei sogni.." Si disse tra se e se, mentre un sorriso amaro comparve sul suo volto a quel pensiero.

Dungeon Master: Il pastore ascoltò avidamente il racconto dello strigo, ripetendone qualche frase di tanto in tanto, quasi volesse mandarlo a memoria.
Poi disse: «Ce ne sono di lupi, ma pochi in questo periodo... ma raramente ci danno fastidio, gli animali della foresta sono prede più facili per loro... Riguardo all'argento preferite che vi paghi subito o regoliamo i conti domattina?»
Orgaro il pastore
Trovò il pastore e le pecore non lontano da
questa. L'uomo gli si avvicinò subito con un
aria preoccupata: «Vi ha ferito la maledetta?
Sembrate uscito da una rissa con dei leoni...»

Falcor: Guardò un poco il pastore per poi, con tono calmo ed apparentemente distaccato, dire. «Non vi sarà alcun tipo di ricompensa, il mio compito era quello di uccidere una strega e salvare vostra figlia..o almeno avrei dovuto..provarvi..perciò non avete nessun debito nei miei confronti buon uomo..Posso al massimo accettare un pezzo di questo buon formaggio per il ritorno..Orgaro..Se me lo vorrai concedere..»

Dungeon Master: Il pastore lo scrutò per qualche istante, poi disse: «Cioé avete ucciso non una ma due streghe e non volete che io vi paghi per esservi fatto quasi ammazzare nel provarci?»

Falcor: «Non erano streghe, erano Divoratrici..Ben differenti..» Scrollò le spalle ormai non prestando più molta attenzione a quella questione, come se per lui la cosa fosse ormai chiusa e prestabilita. Sapeva bene in fondo la condizione di vita di quei contadini, quel denaro gli sarebbe servito...ed inoltre, come detto, non aveva eseguito il lavoro..Sarebbe stato lo zimbello di tutti gli Strighi se avesse strappato quelle monete.

Dungeon Master: «Ma sono state queste... divoratrici a uccidere mia figlia?»

Falcor: Prese la testa di una delle due divoratrici alla quale l'aveva strappata, ed al tempo stesso, legata alla propria vita, come trofeo da mostrare sia al contadino che a suo cugino di città. Ovviamente non la poggiò sul bancone, non tutti sono pronti psicologicamente per scrutare in prima persona un tal orrore. «Già..»

Dungeon Master: L'uomo scrutò con un misto di orrore ed odio la testa. «E' lei! La strega. Ma è morta così? Non è che le ricresce il corpo...» Lo strigo percepiva il timore atavico dell'ignorante in materia.

Falcor: «Per nostra fortuna no» Si limitò a dire, non volendo, ovviamente, in alcun modo commentare l'ignoranza dell'uomo. In fondo era giusto e lecito che gli uomini si chiedessero cos'erano quelle bizzare creature che di volta in volta gli strighi portavano loro a vedere.
«Comunque è il caso che mi dia una lavata a queste ferite, e vada a coricarmi, o intenzione di partire il prima possibile domani mattina, non voglio essere in alcun modo di ulteriore disturbo per la vostra famiglia..»

Dungeon Master: «Ma... ma... ma... - Orgaro faticava a capire - Voi avete onorato l'accordo. C'è la testa della strega qui. Perché non volete che vi paghi? Posso permettermelo... Anzi sarei anche disposto a darvi qualcosa in più se fate un'altra cosa per me e la mia famiglia...»

Falcor: «Non fraintendetemi. Esiste un codice tra noi strighi. Se non eseguiamo un lavoro come richiesto, non possiamo accettare pagamenti. Dunque, non posso accettare il pagamento..Parlatemi comunque di quest'altro lavoro, dato che vi sono, vedrò che posso fare...» Scrollo un poco le spalle tornando nuovamente attento, mentre, lentamente, tornava a fissare la testa della strega lungo la cinta.

Dungeon Master: L'uomo lo osservò per qualche momento. Lo strigo vide rispetto nel suo sguardo. «Capisco. Non insisterò oltre. Non desidero offendere voi o il codice che rispettate. Avrei bisogno di una persona valida per scortare mia moglie e i nostri figli di nuovo qui. Mio cugino non può farlo, lo so e di voi sono certo di potermi fidare. Vi pagherei in argento per questo fastidio...»

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