Visualizzazione post con etichetta Cripta del Leone Rosso. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cripta del Leone Rosso. Mostra tutti i post

sabato 16 marzo 2013

Le Avventure di Falcor lo Strigo - I - Caccia alla Strega - Parte IX

Falcor: Chi dice che uno è meglio di due non ha mai incontrato una coppia di divoratrici infuriate probabilmente. Questo a Falcor parve abbastanza chiaro sopratutto quando, a seguito di uno suo colpo andato fuori fase, entrambe le creature ne approfittarono per attaccarlo ai fianchi, arrivando infine, a ferirlo ancor più gravemente. Ormai sembrava essere giunto ad un passo dalla morte, ma in compenso, con un montante caricato dal basso verso l'alto, riusci a tranciare il corpo della prima..Adesso si sarebbe concentrato sulla seconda...scappare era improponibile, specie nelle sue condizioni attuali.

Divoratrice
Chi dice che uno è meglio di due non ha mai incontrato
una coppia di divoratrici infuriate probabilmente.
Dungeon Master: Lo strigo provò il tutto per tutto ma il suo colpo andò fuori misura e la divoratrice gli fu addosso. Per fortuna l'impatto degli artigli fu assorbito dal corpetto rinforzato ma lo strigo si ritrovò buttato al suolo con l'orribile megera che cercava di bloccarlo al suolo per morderlo con la sue fauci simili ad un becco adunco.
La situazione si faceva insostenibile e Falcor si ritrovò ad annusare l'alito della creatura e vederne troppo da vicino le fauci. Ma alla fine con una gesto fulmineo impresse tutta la sua forza in una torsione, sbalzando da sopra di sé la megera e mandandola a finire nella pozza d'acqua che si trovava alla loro sinistra.

Falcor: Il dolore era atroce, lo sentiva fin dentro le ossa, quell'ultimo colpo gli aveva spezzato il fiato e le forze lo stavano lentamente abbandonando. Ironico, aveva appena affrontato le due creature che dovevano essere il problema principale di tutto questo, ma si era fatto ferire gravemente da quello che doveva essere un problema minore, un maledetto necrofago. Pensieri estranei apparte, dopo essersi tolto di dosso la divoratrice decise di approfittare della situazione nella quale si trovava, aveva notato fin da subito che questa era decisamente più debole rispetto alla sorella, forse sarebbe bastato poco e avrebbe prevalso. Eseguendo un allungo con le gambe, unito ad una rapida giravolta, cercò di intercettare la bestia, poco prima che potesse rialzarsi, utilizzando la punta dell'arma.

Dungeon Master: Lo strigo riuscì a bloccare la divoratrice prima che questa potesse balzar fuori dalla pozza mettendo solido argento tra loro e lasciando alla megera un paio di larghe ferite sul pancione.

Falcor: Tenne la spada all'interno del pancione della creatura cosi da impedirle alcun tipo di movimento e nel mentre, spingerla ancor di più giù in quella polla d'acqua. Avrebbe fatto in modo se non di affogarla quantomeno di non farla più rialzare.
Lo strigo provò a usare la sua spada come uno spiedo per far inabissare la creatura, ma questa si divincolò ed indietreggiò di alcuni passi restando nella pozza, che era profonda al massimo un paio di piedi, ma che dava a Falcor un certo vantaggio.
Ovviamente sfruttando la situazione lo strigo cercò in tutti i modi di sottomettere la creatura avversa, difatti, dopo aver nuovamente staccato il debole dello spadone dalla sua carne, provò nuovamente a colpirla, più debolmente certo, a causa di quel rapido movimento con la quale la creatura era riuscita a sfuggir via all'esecuzione.
Estraendo ancor una volta la lama d'argento dalle lardose carni, questa volta, lo strigo, che, se ne stava fuori dalla polla d'acqua, puntò a colpire il cranio della bestia . Sebbene il colpo fosse riuscito alla perfezione, pareva che la bestia avesser ancora le energie per mantenersi viva. Ormai, proprio come un tempo, quello specchio d'acqua stava divenendo un vero e proprio lago di sangue.
«Anf..Anf..» Osservò un ultima volta i resti dei due cacciatori di tesori, pensando a quanto erano stati idioti ad avventurarsi in un luogo come quello..Accadeva fin troppo stesso che uomini troppo avidi finissero per fare la fine del topo per mano di creature come quelle. Passandosi una mano sui capelli, tra respiri ansimanti e non, alzò un ultima volta la lama al cielo, richiamando infine le ultime sue energie rimaste. E, facendo calar nuovamente l'arma sul cranio della creatura, fece partire un poderoso fendente. Che, in un attimo..fece divenire l'essere..solo un orrendo ricordo.

Dungeon Master: Falcor si erse, seppur a fatica, tra i resti di ben due streghe divoratrici.
Non perse tempo a rimirarle, stanco com'era e estrasse dai loro corpi quanto poteva interessare ad uno strigo come lui. Una buona quantità di cadaverina da entrambe e i denti di quella a cui aveva spaccato la testa. Quelle dell'altra divoratrice se la tenne come trofeo per convincere il pastore del suo operato.

Falcor: Reperì tutto il reperibile...stremato e profondamente ferito a malapena riusciva a camminare. Con quel suo lento incedere giunse all'uscita della cripta...in quell'attimo la frescura e l'aria esterna, incontrarono il volto dello strigo, cullandolo dolcemente, e cercando, al tempo stesso, di ridestarlo. Dal canto suo Falcor dopo aver riposto lo spadone d'argento in quell'atipico fodero sul dorso, porto la mancina a regger il fianco destro, il più gravoso dal punto di vista delle ferite. Fu ben presto chiaro che erano trascorse un paio d'ore...dato che, da quando era entrato, che il sole era ben alto nel cielo, adesso a breve sarebbe calato. Impossibile sarebbe stato tornare al villaggio.."Sarà meglio chiedere ospitalità al contadino..o queste diamine di ferite rischiano di uccidermi..." Della bambina non v'erano tracce, ma tutto portava a presumere che fosse morta, a cominciare dal suo vestito strappato trovato all'inizio di quella ventura. Che si era curato di conservare con sé..

Dungeon Master: Lo strigo percorse faticosamente le scale in salita uscendo poi tra le rovine della fortificazione. Lì trovò alcuni degli attrezzi dei due ladri sparsi al suolo e quanto restava del cadavere di quello più magro. Piuttosto poco a dire il vero.
Proseguì per lasciare le rovine e tornare verso la fattoria, ma pochi passi più avanti incontrò anche i resti dell'altro cacciatore. Di questo non restavano che un torso maciullato e un paio di gambe. Poco lontano dal corpo, gettato in mezzo all'erba c'era il medaglione d'argento che i due avevano sottratto dal sarcofago.

Falcor: Questa volta si chinò avvicinandosi a lenti e circospetti passi, in direzione dell'oggetto scintillante, sicuramente gli sarebbe potuto tornare utile in futuro, sopratutto perché l'argento è l'unico elemento capace di poter bloccare con efficacia la maggior parte dei mostri. Ovviamente attorno a se diede un rapido sguardo per verificare di essere completamente solo. Sembrava essere l'unico essere vivente nel raggio di qualche centinaio di metri, tutto taceva. Tuttavia, lo premeva una pessima sensazione.. "Il contadino.." «Anf..Anf.» Ancora il respiro suo era pesante.."Speriamo che quelle due bestiacce non siano andate anche a trovar lui.."

Rovine della Torre del Leone Rosso
Lo strigo percorse faticosamente le scale in salita
uscendo poi tra le rovine della fortificazione.
Dungeon Master: Il medaglione era di buon argento, ma la testa di leone era stata realizzata con uno stampo, non era un monile di qualità ma piuttosto un segno di appartenenza.
Tornò a lenti passi alla fattoria quasi scalando la collina che lo separava da essa. Trovò il pastore e le pecore non lontano da questa. L'uomo gli si avvicinò subito con un aria preoccupata: «Vi ha ferito la maledetta? Sembrate uscito da una rissa con dei leoni...»

Falcor: Poggiando un mano sulla spalla del contadino, quasi cercandovi solo per un attimo sostegno, lo strigo, con quei suoi occhi che rammentavano un vero e proprio felino a causa sia della pozione che della mutazione, lo scruto per un attimo. La carnagione era quella di un vero e proprio cadavere a causa del pessimo stato nel quale si trovava il suo organismo. Annui leggermente..E, con tono amichevole e calmo, rispose a fatica. «Ho visto giornate..Migliori...Vi spiace..se vi chiedo di...aiutarmi..? Anf..»

Dungeon Master: «No certo! Venite in casa! Vi aiuto. Ma... l'avete uccisa?»

Falcor: «Non era una..erano due...» In quell'attimo, con rammarico, porse la stoffa della figlia sua, all'uomo. Estraendola dalla cintura alla quale era assicurata, ancor insanguinata. «Erano due divoratrici brav'uomo..se fosse stata una strega..forse...» Sospirò per un attimo fissando il sole che tramontava ad Ovest, cercando le parole adatte, cosa che di per se gli riusciva alquanto difficilmente. «Forse di vostra figlia...sarebbe rimasto ancora qualcosa in piu..purtroppo..questo ho recuperato..nulla di più...» "Non sono certo le parole da dire in una situazione come questa..sono un idiota.." Pensò con rammarico, pur non sapendo com'altro potersi esprimere. Cosi...rimase in silenzio..perché certe volte..il silenzio è l'unica soluzione..

Dungeon Master: L'uomo afferrò il frammento di stoffa dalle mani dello strigo e lo osservò con occhi fissi poi lo strinse al petto e pianse per qualche momento.
Quindi si pulì il viso con una manica e quasi come se quanto era successo non fosse avvenuto, riprese ad aiutare lo strigo a percorrere il tratto fino alla casa, dove egli si poté accomodare su una delle tre sedie che circondavano un tavolo malandato su cui troneggiava una grossa forma di formaggio in un piatto di legno.
«Potrei provare a bendarvi le ferite se volete...» si offrì l'uomo

Falcor: «Si..vi ringrazio...» Lo fisso a debita distanza andandosi a sedere. «Ovviamente vi pagherò qualche moneta per il disturbo..credo che senza di voi, avrei dovuto dormire all'aria aperta stanotte e la fauna locale non penso sia molto ospitabile..» Non fece troppi complimenti, era affamato, non appena difatti il contadino glielo permise, avrebbe volentieri preso un poco da mangiare. In quell'attimo anche se fosse stato il formaggio più ammuffito del mondo, oppure il più puzzolente, non avrebbe fatto troppi capricci.

Dungeon Master: La bocca del pastore si aprì in un mezzo sorriso: «Certo potete restare qui per la notte e mangiare con me. Non vi chiederò nulla, ci mancherebbe, voi mi ridate la possibilità di vivere qui con la mia famiglia... Ma cosa è questa Fauna di qui di cui parlate... ha a che fare con la strega?»

Falcor: «No mi riferivo a lupi...» In brevi attimi spiegò poi quanto aveva visto dopo che aveva mandato all'altro mondo le due divoratrici, alternando i dialoghi, con morsi di formaggio e bevute di liquore direttamente dalla sua borraccia personale, da cui mai si separava. L'alcool come al solito aiutava a dimenticare certe cose a cui aveva assistito, almeno non avrebbe rischiato di far degli incubi.."Già..come se uno come me potesse fare dei bei sogni.." Si disse tra se e se, mentre un sorriso amaro comparve sul suo volto a quel pensiero.

Dungeon Master: Il pastore ascoltò avidamente il racconto dello strigo, ripetendone qualche frase di tanto in tanto, quasi volesse mandarlo a memoria.
Poi disse: «Ce ne sono di lupi, ma pochi in questo periodo... ma raramente ci danno fastidio, gli animali della foresta sono prede più facili per loro... Riguardo all'argento preferite che vi paghi subito o regoliamo i conti domattina?»
Orgaro il pastore
Trovò il pastore e le pecore non lontano da
questa. L'uomo gli si avvicinò subito con un
aria preoccupata: «Vi ha ferito la maledetta?
Sembrate uscito da una rissa con dei leoni...»

Falcor: Guardò un poco il pastore per poi, con tono calmo ed apparentemente distaccato, dire. «Non vi sarà alcun tipo di ricompensa, il mio compito era quello di uccidere una strega e salvare vostra figlia..o almeno avrei dovuto..provarvi..perciò non avete nessun debito nei miei confronti buon uomo..Posso al massimo accettare un pezzo di questo buon formaggio per il ritorno..Orgaro..Se me lo vorrai concedere..»

Dungeon Master: Il pastore lo scrutò per qualche istante, poi disse: «Cioé avete ucciso non una ma due streghe e non volete che io vi paghi per esservi fatto quasi ammazzare nel provarci?»

Falcor: «Non erano streghe, erano Divoratrici..Ben differenti..» Scrollò le spalle ormai non prestando più molta attenzione a quella questione, come se per lui la cosa fosse ormai chiusa e prestabilita. Sapeva bene in fondo la condizione di vita di quei contadini, quel denaro gli sarebbe servito...ed inoltre, come detto, non aveva eseguito il lavoro..Sarebbe stato lo zimbello di tutti gli Strighi se avesse strappato quelle monete.

Dungeon Master: «Ma sono state queste... divoratrici a uccidere mia figlia?»

Falcor: Prese la testa di una delle due divoratrici alla quale l'aveva strappata, ed al tempo stesso, legata alla propria vita, come trofeo da mostrare sia al contadino che a suo cugino di città. Ovviamente non la poggiò sul bancone, non tutti sono pronti psicologicamente per scrutare in prima persona un tal orrore. «Già..»

Dungeon Master: L'uomo scrutò con un misto di orrore ed odio la testa. «E' lei! La strega. Ma è morta così? Non è che le ricresce il corpo...» Lo strigo percepiva il timore atavico dell'ignorante in materia.

Falcor: «Per nostra fortuna no» Si limitò a dire, non volendo, ovviamente, in alcun modo commentare l'ignoranza dell'uomo. In fondo era giusto e lecito che gli uomini si chiedessero cos'erano quelle bizzare creature che di volta in volta gli strighi portavano loro a vedere.
«Comunque è il caso che mi dia una lavata a queste ferite, e vada a coricarmi, o intenzione di partire il prima possibile domani mattina, non voglio essere in alcun modo di ulteriore disturbo per la vostra famiglia..»

Dungeon Master: «Ma... ma... ma... - Orgaro faticava a capire - Voi avete onorato l'accordo. C'è la testa della strega qui. Perché non volete che vi paghi? Posso permettermelo... Anzi sarei anche disposto a darvi qualcosa in più se fate un'altra cosa per me e la mia famiglia...»

Falcor: «Non fraintendetemi. Esiste un codice tra noi strighi. Se non eseguiamo un lavoro come richiesto, non possiamo accettare pagamenti. Dunque, non posso accettare il pagamento..Parlatemi comunque di quest'altro lavoro, dato che vi sono, vedrò che posso fare...» Scrollo un poco le spalle tornando nuovamente attento, mentre, lentamente, tornava a fissare la testa della strega lungo la cinta.

Dungeon Master: L'uomo lo osservò per qualche momento. Lo strigo vide rispetto nel suo sguardo. «Capisco. Non insisterò oltre. Non desidero offendere voi o il codice che rispettate. Avrei bisogno di una persona valida per scortare mia moglie e i nostri figli di nuovo qui. Mio cugino non può farlo, lo so e di voi sono certo di potermi fidare. Vi pagherei in argento per questo fastidio...»

martedì 26 febbraio 2013

Le Avventure di Falcor lo Strigo - I - Caccia alla Strega - Parte VIII

Dungeon Master: Falcor con un gesto compose il segno Aard provando a spazzare via il suo avversario. Sapeva che non sarebbe stato così, i suoi segni non erano tanto potenti, ma di certo lo avrebbe sbilanciato o respinto quel che bastava a colpirlo. Non fu così perché prima che potesse portare in essere il fendente la creatura si era già piegata in avanti per colpirlo a sua volta, e lo costrinse ad una schivata che spezzò la pericolosità della manovra. Ora si fronteggiavano uno sui gradini e l'altro ai piedi della scalinata ad appena qualche passo di distanza.

Falcor: Lo osservava dall'alto verso il basso lo strigo, di certo essendo un non morto, non poteva aver l'istinto di sopravvivenza di qualsiasi altro tipo di mostro, ciò era alquanto pericoloso, in quanto la creatura si sarebbe continuata a gettar contro di lui , senza alcuna paura di farsi del male. «Bastardo..» Disse a denti stretti Falcor, mentre, puntando la spada d'argento in direzione del necrofago, teneva le giuste distanze..fino al prossimo attacco.

Alghoul
ancora una volta le danze si aprirono e chiusero con
gli artigli dell'alghoul che strisciavano sfiorando la
corazza dello strigo. La creatura sembrava essere sempre
 pronta a contrattacchi improvvisi portati a metà
 manovra che rovinavano la strategia dello strigo.
Dungeon Master: ancora una volta le danze si aprirono e chiusero con gli artigli dell'alghoul che strisciavano sfiorando la corazza dello strigo. La creatura sembrava essere sempre pronta a contrattacchi improvvisi portati a metà manovra che rovinavano la strategia dello strigo.

Falcor: Indietreggiò ancor di più lo strigo, tanto che, per evitare i colpi, come un vero schermidore, fece dei brevi passi continuando a salire lungo quella scalinata, trascinando in tal modo la creatura verso quella salita.

Dungeon Master: Provò a sorprenderla mentre accorciava le distanze contro di lui con una raffica di colpi veloci come solo gli strighi sapevano sferrare ma, proprio quando la guardia della creatura stava per cedere un colpo andò tanto fuori misura che Falcor perse il ritmo ed ogni opportunità di sferrare un colpo decisivo.

Falcor: Un altro colpo andato a vuoto, la lama dello strigo sfiorò a malapena la carne putrefatta del non morto, schizzando nell'aere quello che sembrava essere sangue color nero pece, a seguito di quella sua toccata e fuga costituita da un allungo della gamba sinistra seguito da una rotazione della spada d'argento, unico materiale in grado di ferire a morte bestie di quella portata, si ritirò ancor di un passo. Volse solo per un istante lo sguardo verso la destra, cosi da scorgere con la coda dell'occhio l'imminente cima della rampa di scale. Un istante che però costò al mutante cacciatore di mostri, un terribile attacco d'artigli, che, con gran forza, squarciò il petto degli..Quel colpo subito, però, gli diede la spinta necessaria per giungere infine nel punto tanto da lui desiderato. Se poco prima vi era una smorfia di puro disprezzo, di quelle orrende e brutte a vedersi che tanto erano famose sui volti dei "brutti" witcher, adesso essa si era tramutata in un sorriso, ancor più sgradevole certo, ma di pura consapevolezza. Difatti, dall'alto di quella posizione di vantaggio, Falcor richiamo tutte le energie rimaste, adrenalina a mille che confluendo nel sangue, donò ancor più forza e velocità allo schermidore, che, compiendo un balzo in avanti, si lanciò sulla creatura. Tempo che sembrava essere rallentato, la vita di uno com'egli in fondo scorreva al rallentatore, era chiaro che anche il tempo stesso fosse malleabile per un uomo come lui.. smosse in un breve attimo la lama dall'alto verso il basso, ed, come un angelo della morte, ricadde sul terribile ed antico nemico..quell'algouth che tanto lo aveva fatto penare..il quale..impalato dallo spadone stesso, abbandonò, una volta per tutte,questo mondo.

Dungeon Master: La creatura lanciò un gemito terribile, a metà tra un grido e il verso di un enorme serpente, poi giacque inerte gravando col suo peso sull'arma.

Falcor: «Ghh..» Fissò a pochi centimetri di distanza il viso della creatura, che ancora sembrava sbavare in quella sua tremenda ed atroce agonia... in quell'attimo, anche la figura dello strigo pareva esser divenuta quella di un vero e proprio mostro, che, mostrando le zanne all'avversario sconfitto, quei denti forniti di canini ben più affilati del normale, dimostrava la sua superiorità in battaglia. Facendo forza con entrambi gli arti superiori, il cacciatore tolse la lama dal bestia, aiutandosi nell'opera, con il piede destro, che, ripiegato a dovere, spinse l'Alghoul verso il fondo delle scale..laddove era nato e vissuto..cosi lasciò questo mondo. Cercò di riprendere fiato Falcor..Ansimando pesantemente, diede uno sguardo alla sua cintura empie di pozioni, e tra esse, ne trovò una adatta allo scopo di ritrovare le energie perdute...Con la mano libera dell'elsa della spada, prese proprio quella, ed socchiudendogli occhi, in un attimo, la inghiottì...
«Bastardo..» Sputò del sangue a terra assieme a quelle parole, pulendoselo appena con l'avambraccio destro,mentre, silenziosamente, riponeva adesso la lama d'argento nel suo fodero dietro la schiena, parallelamente a quella di ferro.

Dungeon Master: la creatura finalmente morta ruzzolò fin in fondo alle scale dove giacque. Lo strigo era padrone del modesto campo, ma un rigurgito della pozione rese amara in bocca quella vittoria. Egli scese e si avvicinò al cadavere, prelevando da esso quanto poteva tornargli utile, ma riuscì solo a procurarsi una certa quantità di cadaverina. Poté però sbirciare oltre l'angolo, ma vide solo un corridoio lungo una decina di passi che si allargava poi in un oscuro ambiente ignoto. Non riuscì a vedere altro, la vista gli si appannò un po' per la sofferenza delle ferite unita allo strazio della pozione che aveva usato per poterle far rimarginare rapidamente.

Falcor: "Maledetta pozione..doveva esserci qualcosa che non andava.." Pensò lo strigo sentendo quell'amaro sapore in bocca, le ferite erano molto gravi, e ci avrebbe messo un bel pò per ripristinare completamente le sue energie. Andare avanti, specie nell'affrontare una strega, in una situazione come quella, non era certamente la miglior cosa da fare, e lui lo sapeva. Cosi..dopo aver recuperato in fretta quella poca cadaverina, cominciò a risalire con calma, le scale. Neppur a lui piaceva l'idea che gli era balenata per la mente, ma al momento attuale, non vi era alcun altro tipo di soluzione, avrebbe riposato all'esterno. Forse avrebbe anche incrociato i due cacciatori di tombe, era meglio prepararsi ad affrontare il peggio.

Dungeon Master: Falcor ripercorse a ritroso il cammino affrontando le scale con pacatezza. A dispetto del rivoltarsi delle viscere sentiva il dolore delle ferite scemare almeno in parte.
Arrivò fino alla stanza della vasca, dove si trovava la scala e lì si bloccò, a qualche passo dall'arcata da cui era appena passato. Dall'altro lato della vasca si trovavano due creature femminee orribili, dal volto spigoloso, il naso adunco e orribili mammelle pendule. Ma ciò che era più disgustoso era che la seconda stava consumano un braccio umano così come un uomo poteva fare con un cosciotto di pollo.

Divoratrice
Altro che strega. Si trattava di delle divoratrici.
 Simili a orride megere obese, ma dotate di artigli
 e denti pericolosi e di una forza fuori del comune.
Falcor: I passi dello strigo erano lenti e silenziosi, nessun rumore si udiva provenire dalla cripta. Tacito silenzio, un segno che poteva essere sia positivo che terribilmente negativo. Anche se di poco le sue ferite via via si stavano rimarginando, ma quel maledetto veleno della pozione della rondine, gli dava non pochi problemi di movimenti. Quello che sperava era di non incontrare sul suo cammino altri mostri. Perché stavolta anche un normalissimo necrofago della specie meno pericolosa, avrebbe potuto metterlo in serio pericolo. Sembrava però che il destino avesse messo ancor una volta lo zampino, difatti, proprio quando ormai sembrava esser giunto nell'ultima stanza. Dinanzi a lui comparvero quelle due terribili creature. Di riflesso portò immediatamente la mano sulla lama lungo la schiena, ed, in un attimo, estrasse l'arma, cercando di resistere per il momento agli effetti dell'avvelenamento. Le osservava a distanza, cercando di riuscirne a distinguere le forme anche con lo sguardo leggermente offuscato..

Dungeon Master: Altro che strega. Si trattava di delle divoratrici. Simili a orride megere obese, ma dotate di artigli e denti pericolosi e di una forza fuori del comune. Non una buona notizia visto che lui non era nel pieno delle forze, ma almeno non avrebbe avuto avere a che fare con la magia.
Le due megere lo guardarono come una coppia di faine guarderebbe un volatile.

Falcor: "Ci mancava solo questa..come se non avessi già abbastanza problemi di mio" Con quel pensiero, lo strigo, perforò le ombre, pur vedendoci ben poco a causa dell'avvelenamento, la pozione occhi di gatto gli consentiva ancora la piena visione nelle ombre di quelle creature, perciò, senza alcun problema, avrebbe potuto affrontarle. Si focalizzò sulla megera che per il momento non consumava alcun lauto pasto, sicuramente quella più pericolosa da attaccare, mentre l'altra era impegnata a togliersi dalle mani il braccio umano, lui..avrebbe tolto di mezzo la prima.

Dungeon Master: deciso come un toro lo strigo piombò contro la megera più vicina colpendola con la spada. Ella cerò di farlo a pezzi coi suoi artigli, ma non fu abbastanza veloce. Lo strigo invece si e le assestò un altro paio di fendenti che aprirono lunghi solchi nella carne macilenta del suo ventre. A quel punto anche l'altra divoratrice che fino a quel momento aveva consumato pigramente il braccio si buttò contro lo strigo.

Falcor: Lo strigo cercando la massima concentrazione, si lanciò sulla divoratrice più vicina. Quella su cui già aveva deciso di focalizzarsi fin dall'inizio. Il primo suo fendente riusci alla perfezione, andando a lacerare il corpo empio di lardo, e riversando una discreta quantità di scuro sangue della divoratrice, la quale, non poté far a meno di urlare la sua sofferenza. Eppure, la gemella, non pareva troppo interessata a soccorrerla, preferendo piuttosto terminare il lauto banchetto, credendo che la sua compare fosse ancor in vantaggio..Probabilmente non avevano mai visto quel simbolo d'argento, ne come tutti i mostri, potevano immaginarsi che la Gilda degli Strighi, fosse addestrata da ere interminabili nell'affrontare tali nefandezze. Schiavata rapida e pronta fu quella di Falcor all'artigliata della creatura..Eseguita prontamente tramite un volteggio, che terminò con uno squalembro, cosi come tempo addietro gli aveva insegnato il suo maestro presso khae mohren. "E' proprio come diceva il vecchio..anche se è inutile, a seguito di ogni tuo attacco esegui una piroetta..aveva proprio ragione.." Mentre quei suoi pensieri passavan per la mente, notò con la coda dell'occhio, giungere la seconda divoratrice, decisamente determinata a non far passare un ottima serata al cacciatore di mostri.

Dungeon Master: Una volta scesa in campo anche l'altra divoratrice lo scontro degenerò in qualcosa di molto vicino ad una zuffa, con lo strigo che cercava di tenere a distanza le due megere con la spada, continuando a colpire quella che aveva già ferito. Anche gli artigli delle divoratrici lo ferirono più volte, ma alla fine un colpo ben assestato fece stramazzare al suolo una delle megere lasciando lo strigo, stremato a fronteggiare l'altra.

martedì 12 febbraio 2013

Le Avventure di Falcor lo Strigo - I - Caccia alla Strega - Parte VII

Il piano di marmo era un vecchio altare. Nelle pareti dietro di esso vi erano i resti di vecchi affreschi.
Falcor: Fu proprio quell'unico , distante, arredo che attirò l'attenzione del cacciatore di mostri. Solitamente se si fosse trattato di un qualche tipo di sarcofago, ciò avrebbe quasi sicuramente significato la presenza in un ambiente come quello, sopratutto dato che v'era una strega che girava per il sotterraneo, di qualche altro ghoul oppure peggio..Ed era proprio a quel peggio che Falcor stava attento...Si avvicinò..molto lentamente..con la lama che si muoveva descrivendo cerchi nell'aria, pronto a scattare al minimo movimento sospetto.

Dungeon Master: Senza alcun preavviso o rumore qualcosa gli cadde improvvisamente addosso dall'alto. Una persona normale non avrebbe avuto la prontezza di accorgersene. Ma uno strigo ce l'aveva, anche se non era in grado di capire bene cosa fosse. Solo una massa grigio azzurra.

Falcor: La cosa migliore da fare era sicuramente evitare quella strana massa grigio azzurra proveniente dall'alto, qualunque cosa fosse, colpirla, magari, avrebbe significato la fine della vita dello strigo. Dunque..non appena il rumore e lo scricchiolio di quel qualcosa venne colto dalle orecchie inumane del mutante, quest'ultimo si mosse di lato, con una delle tipiche capriole degli strighi, tanto famose per i loro allunghi e rapidità.

Dungeon Master: Falcor si buttò a capofitto in avanti scansando la massa cadente e mentre si voltava a fronteggiarla, qualsiasi cosa fosse, prese con un colpo d'occhio quanto restava da vedere della stanza, cioè la sua parte conclusiva più stretta, trapezoidale. Il piano di marmo era un vecchio altare. Nelle pareti dietro di esso vi erano i resti di vecchi affreschi.
La cosa che si rivelò essere un grosso rettile, lungo quasi quanto Falcor era alto, dalla testa affusolata. Appena toccò terra provò a schizzare verso una delle pareti, ma lo strigo si era girato così in fretta che avrebbe potuto colpirlo prima volendo.

Geco Gigante
La cosa che si rivelò essere un grosso rettile, lungo
quasi quanto Falcor era alto, dalla testa affusolata. 
Falcor: A quanto pare la sua fulminea velocità aveva fatto proprio cilecca, difatti, appena la creatura rettile toccò il suolo, riusci con non troppa difficoltà a schizzare via verso una parete. Questa volta, la spada di Falcor, fu più lenta della lucertola troppo cresciuta..I suoi occhi ne seguirono il movimenti..

Dungeon Master: Il rettile si arrampicò sulla parete con la stessa velocità con cui un uomo normale avrebbe percorso di corsa un normale pavimento piano, e raggiunse un angolo del soffitto. Questo era alto almeno una decina di passi.

Falcor: Lo osservò a debita distanza, non sapeva ancora se era o meno il caso di ingaggiare un incontro con quella creatura rettile. I suoi occhi da witcher erano focalizzati sull'essere dal freddo sangue

Dungeon Master: Il lucertolone lo osservava dal soffitto curvando ora la testa a sinistra ora a destra, ma non si mosse dall'angolo dove si trovava.

Falcor: Non aveva senso combattere contro un mostro che piuttosto che affrontarlo in combattimento cercava di fuggire a gambe levate. Lo strigo, consapevole di questo, teneva l'elsa della lama stretta salda tra le mani, con la lama dell'argentea arma volta verso il basso quasi a sfiorare il terreno pietroso. Falcor, stacco la dritta dalla stessa, alzandola, come a mostrare alla creatura che non voleva attaccarla..lentamente, indietreggiò camminando all'indietro..

Dungeon Master: Quando lo strigo aveva percorso un paio di passi nel corridoio, il lucertolone si mosse sempre restando sul soffitto fino sopra l'altare di pietra e quindi si volse a guardarlo.

Falcor: Lo scrutò attentamente, continuando ad indietreggiare..Gli rivolse un lento cenno di capo, quasi impercettibile, quasi a rassicurarlo che lo avrebbe lasciato stare. Non era suo compito eliminare i mostri che non erano ostili, o che non si meritavano una indegna fine per mano sua.

Dungeon Master: Per un po' sentì ancora gli occhi della creatura su di sé, ma poi a metà del corridoio anche quella sensazione sparì.

Falcor: Sospirò dopo un po', sicuramente odiava quel genere di incontri, che lo facevano stare in ansia fino all'ultimo momento..Si volto di spalle dopo qualche metro, proprio a metà del corridoio, dove si apriva una breccia sulla sua attuala sinistra, creata poco prima dai due cacciatori di tesori. Adesso, non rimaneva che un unica strada, procedere per l'area sotterranea, avrebbe oltrepassato quelle scale in pendenza verso il basso..la strega probabilmente si trovava li..Nemmeno lui lo riusciva capire..Non riusciva proprio a comprendere come tutte le creature peggiori scegliessero i luoghi più profondi per celarsi..Anche se in quel momento, non sarebbe dovuto importargli..

Dungeon Master: Circospetto scese una prima rampa di scale. A pochi passi dall'ultimo gradino vi erano i resti di un muro posto a bloccare il cammino, ma abbattuto da molto più tempo dell'altro. Sulla parte di esso che era ancora intera lo strigo poté vedere quanto restava di un simbolo di protezione che avrebbe dovuto impedire ai mostri di sfondare la parete... ai mostri però non a degli umani avidi...
Oltre il buco, largo a sufficienza perché un umano potesse varcarlo comodamente, si intravedeva una seconda rampa di scale che continuava a scendere.

Falcor: Probabilmente i due cacciatori di tesori, o non erano soli, oppure non erano stati sufficientemente sinceri nei suoi confronti..Anche se era difficile, aveva notato la paura nei loro occhi, la stessa paura che molti avevano ad osservare i suoi, quelle due forme verticali che ricordavano tanto un felino..Si fermò solo per un istante a sfiorare quel muro sfondato, sopratutto i resti dell'antico simbolo di protezione, non aspettandosi di certo alcun movimento del proprio medaglione. Probabilmente la magia era già scomparsa del tutto da quel luogo. Comunque sia, facendosi largo tra le macerie, avanzo...

Percorse la seconda rampa di scale. Poteva vedere chiaramente che il corridoio
voltava verso sinistra subito dopo di essa, ma quando era ancora a metà strada...
Dungeon Master: Il medaglione infatti non si mosse. Percorse la seconda rampa di scale. Poteva vedere chiaramente che il corridoio voltava verso sinistra subito dopo di essa, ma quando era ancora a metà strada da dietro l'angolo sbucò una creatura, simile a quelle che aveva affrontato poco fa quando aveva liberato i due tombaroli. Ma era più grosso e la sua pelle, se possibile, era ancor più pallida.

Falcor: Lo strigo con lenti movimenti, stinse vigorosamente l'arma che deteneva tra le mani, la sua fida spada d'argento, unica in grado di uccidere i mostri. Cercò difatti Falcor, di avvicinarsi senza emettere rumore alcuno, cercando di studiare la creatura a debita distanza prima di lanciarsi nella mischia..non perché non era certo di farcela, ma perché poi, a seguito della schermaglia, probabilmente non ne sarebbe più rimasto nulla di identificabile..

Dungeon Master: La creatura fece altrettanto osservando lo strigo a distanza. Somigliava ai ghoul che aveva visto prima ma doveva essere un differente tipo di necrofago, di cui però non riconosceva altri segni distintivi.
Il mostro rimase dov'era, vicino all'angolo con gli artigli snudati sulla difensiva, come se lo stesse sfidando a farsi sotto.

Falcor: Come gli avevano insegnato tempo addietro al forte di Kaer Morhen, fece un passo in avanti, guizzando la lama prima a destra poi a sinistra, entrambe finte, per poi, infine, con un capriola, balzare sulla creatura, cercando con la sua immagine agilità di coglierla alla sprovvista

Dungeon Master: Lo strigo si buttò contro il mostro pronto a tempestarlo di colpi, ma quando ne aveva sferrati appena un paio la presa sulla spada gli venne meno per un istante, spezzando la serie e facendogli perdere il ritmo.
Questo permise al necrofago di farsi sotto, pronto ad accorciare le distanze.
Falcor provò a bloccare il tentativo della creatura sul nascere, ma questa inaspettatamente si allungò per afferrargli un braccio e cercò di trascinarlo con uno strattone che forse l'avrebbe strappato ad un uomo comune. Ma non a uno strigo. Lui riuscì a contrastarla e a divincolarsi, ma l'artiglio del mostro riuscì a graffiarlo sull'avambraccio.

Falcor: Era riuscito a resistere alla presa della creatura certo, ma avrebbe dovuto sfruttare meglio le proprie abilità stavolta, stavolta avrebbe effettuato un attacco ben più potente del precedente, la rabbia, ormai, era alle stelle.

Dungeon Master: Il suo colpo vorticò forte abbastanza da decapitare un toro, ma il necrofago si strinse contro la parete per evitarlo e un momento dopo gli fu addosso: prima che la spada potesse di nuovo minacciarlo aveva scavato sei lunghe righe nel corpetto del witcher con i suoi artigli. Tagli non tanto profondi da essere letali, ma abbastanza da essere dolorosi.

Alghoul
Un Alghoul, creatura antica e terribile. Mentre la lama d'argento si andava
a scontrare contro i pericolosi e bestiali artigli del non morto,  parandone i
colpi, gli occhi dello strigo ne scorsero i particolari  riconoscendolo come il
probabile capo di quella mandria di necrofagi affamati di carne
Falcor: La creatura che si parava dinanzi allo strigo era certamente un tipo di necrofago superiore a quelli precedentemente affrontati. Tanto che, con un artigliata, era riuscito in breve tempo a danneggiare non poco la figura del cacciatore di mostri, tagli non profondi certo, ma che creavano una sensazione di forte disagio a Falcor. Ormai aveva deciso, avrebbe provato ancor una volta a colpirlo, se tutto non fosse andato per il meglio, avrebbe cercato qualcos'altro per togliere di mezzo l'orrenda bestia non morta.

Dungeon Master: alla fine prima che potesse impostare l'attacco il non morto gli fu addosso velocissimo e lo strigo si risolse a chiudersi in difesa per studiarne il modo di fare. Mentre schivava e parava e lo costringeva a rinunciare a colpi a cui lasciva intendere di poter reagire Falcor riconobbe nel suo avversario un ghoul di antiche origini, un alghoul. L'argento era efficace contro di lui ma usare l'unguento anti-necrofagi non sarebbe servito. Il non morto era potente e il suo appetito di carne antico. Probabilmente era a capo dei ghoul che lo strigo aveva incontrato poc'anzi.

Falcor: Un Alghoul, creatura antica e temibile. Mentre la lama d'argento s'andava a scontrare contro i pericolosi e bestiali artigli del non morto, parandone i colpi, gli occhi dello strigo ne scorsero i particolari riconoscendolo come il probabile capo di quella mandria di necrofagi affamati di carne. Che non era un avversario da prendere alla leggera già lo aveva intuito dai primi istanti di quel difficoltoso scontro, ma adesso era certo che non era lui ad esser divenuto più lento e goffo..ma era il mostro che era decisamente più pericoloso..

sabato 2 febbraio 2013

Le Avventure di Falcor lo Strigo - I - Caccia alla Strega - Parte VI

Ci fu un rumore di qualcosa spostato a fatica e poi una sezione della
parete, di circa due passi di lunghezza, ruotò verso il sarcofago più vicino.
Dungeon Master: «Usciamo...» disse qualcuno. Ci fu un rumore di qualcosa spostato a fatica e poi una sezione della parete, di circa due passi di larghezza, ruotò verso il sarcofago più vicino. Un uomo con indosso una sorta di cervelliera di ferro e un giustacuore di cuoio liso e sporco di intonaco lo spinse fino ad aprirlo abbastanza da uscire. Dietro di lui c'era un altro uomo, più alto ma magro, dalla faccia spaurita che teneva saldamente in mano un badile la cui lama, notò lo strigo, era particolarmente affilata.
«Non si vede nulla!» disse il primo. «Aspetta...» disse il secondo e prese una lanterna schermabile e un attimo dopo la luce inondò l'ambiente, facendo strizzare spiacevolmente in fretta le pupille dello strigo.
«Per il Benedetto!» disse uno dei due vedendo la carneficina dei ghoul.
«Ma chi sei?» chiese quello che aveva aperto la porta segreta.

Falcor: Attese con somma pazienza che gli uomini decidessero tra loro se fosse o meno il caso di avventurarsi in quelle tanto pericolose cripte. Tuttavia, lo strigo non si aspettò di veder muovere un meccanismo di tale portata, tanto che, inarcando un sopracciglio, manifestò la sua sorpresa. Scosse un poco lo spalle. Non disse nulla fin quando la luce non rischiarò la stanza, illuminandolo «Il mio nome è Falcor , e sono uno strigo. Piuttosto di voi, che mi dite signori?»

Dungeon Master: «Un che?» domandò quello alto.
«Un ammazzamostri, Goldo. Lui è Goldo e io sono Dolfo. Avrai capito bene che non siamo cacciatori di mostri. Ma se vuoi possiamo fare a metà della roba che c'è qui, visto che tu hai fatto fuori quelle cose. Magari puoi darci una mano ad aprire l'altra tomba o fare la guardia mentre lo facciamo noi...»

Falcor: Scrutò i due attentamente con quei suoi occhi tanto inumani e temibili, rimase per qualche lungo attimo in assoluto silenzio, infine, con compostezza , senza quasi muovere alcun muscolo facciale , rispose. «Goldo, Dolfo, vi invito ad andarvene, lo dico per voi, non è posto per chi è armato di un badile. Qua è pieno di Necrofagi, e presto altre di queste bestie saranno attirate qua dai corpi dei loro stessi compagni, non è il caso che rimaniate. Ditemi piuttosto, sapete qualcosa di una bambina e della strega? Oppure avete avuto solo cervello per razzolare i tesori dei morti?»

Dungeon Master: «La bambina della strega?» chiese Goldo.
«La solfa del pecoraio...» gesticolò Dolfo.
«Ah!» rispose Goldo.
Dolfo si avvicinò al sarcofago aperto. «Va bene ce ne andremo, ma prima lasciaci prendere queste cose...» e afferrò il medaglione d'argento al collo del cadavere per vedere come toglierlo.

Dolfo il Tombarolo
«...Lui è Goldo e io sono Dolfo. Avrai capito bene che
non siamo cacciatori di mostri. Ma se vuoi possiamo fare
 a metà della roba che c'è qui, visto che tu hai fatto fuori
 quelle cose. Magari puoi darci una mano ad aprire l'altra
 tomba o fare la guardia mentre lo facciamo noi...»
Falcor: Sospirò, non aveva intenzione di perdere tempo con quei due stupidi tombaroli. Mentre il tipo armeggiava, sposto lo sguardo sulla via dietro da dove era giunto poco prima, come aspettandosi di vedere da un momento all'altro giungere qualche altro necrofago tanto per cambiare. «Dunque?»

Dungeon Master: «Non ne sappiamo nulla della strega» disse Goldo.
«Solo quello che ci ha detto il pecoraio. Cercavamo questo posto e lui sapeva dov'era. Per fortuna questa zona era ancora intatta - riuscì a togliere il medaglione - Ecco! - Afferrò la spada e la lama arrugginita andò in pezzi - Fatto!»
«E' stata una bella idea sfondare il muro con il segno sopra.» disse Goldo annuendo, poi guardò strano la spada di Falcor.
«Dolfo! Ma è d'argento! Varrà una fortuna!» Lo strigo lesse la cupidigia nello sguardo e nel tono dell'uomo alto.

Falcor: Attese somma calma che i due terminassero di fare i loro comodi all'interno di una fredda e tetra cripta come quella, sicuramente non un ambiente per individui poco avvezzi all'uso delle armi e del cervello. Sopratutto quest'ultima cosa sembrava mancare ai due, quando, notando la lama d'argento stretta nella dritta dello strigo, la osservarono in modo sospetto. Di rimando, Falcor, fissò invece i due, con una di quelle sue espressioni che solitamente bastava ad allontanare i più..«Anche la vostra testa varrà una fortuna. Vedete di mantenerla attaccata al collo.»

Dungeon Master: Dolfo si era spostato vicino alla tomba chiusa e stava prendendo qualcosa da uno degli zaini. Scosse il capo e disse: «Non fare l'idiota Goldo! Se vuoi fare la fine di questi cosi qui sbudellati per terra penso che lo strigo ci metterà più di un attimo ad accontentarti. Invece vieni qui con la palanca e aiutami ad aprire questa, sennò poi questa roba me la tengo tutta io.»

Falcor: Certo, l'essere balia dei due uomini non era sua prerogativa, ma era comunque bene premurarsi che i cacciatori non facessero alcun tipo di sciocchezza, perché in quel caso, avrebbero messo in pericolo non solo loro ma anche lo strigo. Cosi, con tono fermo, disse. «Basta. Non ho intenzione di perdere ancora tempo, signori, adesso direi che è il caso di filare alla svelta, lo dico perché non ci sarà sempre lo strigo Falcor ha vegliare sui vostri sederi. Meglio se uscite ora che di problemi non dovrebbero esservene.»

Dungeon Master: Dolfo lo guardò per un momento. Fece per dire qualcosa, poi tacque e iniziò a raccogliere le sue cose che erano sparse per terra e metterle nello zaino. «Gondo aiutami!» disse soltanto.
In pochi momenti i due ebbero raccolto tutto. «Siamo pronti - Dolfo si mise lo zaino in spalla - Vai avanti tu?»

Falcor: Mosse la mano per poi dire con tono sarcastico «Se volete andare voi...» Sapendo che i due avrebbero sicuramente esitato, avanzò, stando ben attento e pronto a scattare. Certo, avrebbe dovuto affrontare probabilmente altri necrofagi, ma in questo caso, la cosa da tenere d'occhio erano i due uomini che lo precedevano. Ritornò comunque sui suoi passi, mantenendo un profilo basso..

Dungeon Master: I due probabilmente lo temevano a sufficienza da non fare scherzi, e arrivarono senza problemi fino alla stanza dove c'era la vasca e alla scala che portava verso le rovine della torre. «Vieni fuori con noi?» Chiese Dolfo «Abbiamo una fiasca di vino sul mulo qui vicino e visto che ci hai salvato la pelle te ne vorrei offrire un po'!»

Falcor: Scosse il capo a quelle parole, rivolgendo loro un mezzo, pessimo, sorriso. «Se volete, attendetemi pure nel paese più vicino, prima ho da finire di sbrigare qualcosa qua. Devo trovare quella fantomatica strega..Voi siete sicuri di non aver udito o vista nulla di strano?»

Avanzò circospetto passo dopo passo, fino a che il corridoio non si allargò di botto
in una stanza rettangolare piuttosto ampia e lunga abbastanza da non poterla cogliere
tutta con un colpo d'occhio dal margine del corridoio.
Dungeon Master: «Se quei cosi non li trovi strani, no - Dolfo indicò verso l'interno del sotterraneo - però siamo scesi una rampa di scale nel passaggio centrale a destra, ma quando abbiamo visto che la parete col segno era stata già sfondata siamo tornati indietro. Quei cosi devono essere venuti o da lì o dall'altro passaggio, quello a sinistra, perché nel corridoio dove ci hanno intrappolato c'è solo un'altra porta chiusa verso la fine.»

Falcor: Si trovavano in quel momento tutti e tre all'esterno della struttura, i due cacciatori di tesori, erano stati appena “scortati” dallo strigo verso l'uscita. «Molto bene Dolfo, Gondo. Cercate di evitare di cacciarvi in altri guai e sopratutto di fare una brutta fine, almeno per i prossimi sei mesi, almeno i miei sforzi per tirarvi fuori da quel buco saranno serviti a qualcosa..Spero si rivedervi» Con quelle poche parole, lo strigo, infine, si congedò, non troppo intenzionato a perdere tempo in un altra amichevole chiacchierata. La pozione occhi di gatto non sarebbe durata per sempre, era meglio affrettarsi prima che i suoi effetti svanissero. Così, discese nuovamente in quel tetro antro, ripassò dalla sala del bagno antico..ed infine..si ritrovò nuovamente al bivio. Una scala che scendeva ed una via che doveva condurre chissà dove.

Dungeon Master: Falcor cercò di individuare qualche traccia che potesse fargli capire chi altro fosse passato di lì di recente, ma quelle che trovò gli risultarono troppo confuse per poter determinare una direzione sicura. Parevano andare dappertutto.

Falcor: In questi casi, la cosa migliore da fare era andare a sinistra, anche perché sembrava essere l'unica delle due vie che non scendeva verso il basso. E, discendere in un momento come quello, senza prima liberarsi le spalle da altri eventuali pericoli, poteva solo metterlo ancora più a rischio. Convenendo dunque che fosse meglio procedere per la via piana, lo strigo, stringendo saldamente l'elsa dello spadone d'arto nella man dritta, avanzò nelle ombre svoltando sulla mancina, come suggerimento tra l'altro dei due cacciatori di tombe. I suoi occhi ancora riuscivano a penetrare le ombre in una maniera sorprendente, ma quanto ancora sarebbe durata quella pozione? Avrebbe resistito fino alla fine dell'avventura, oppure di punto in bianco la sua vista si sarebbe oscurata?

Dungeon Master: Avanzò circospetto passo dopo passo, fino a che il corridoio non si allargò di botto in una stanza rettangolare piuttosto ampia e lunga abbastanza da non poterla cogliere tutta con un colpo d'occhio dal margine del corridoio. L'ambiente era vuoto, ma odorava di legno marcio. L'unico arredo era una specie di tavolo, sarcofago o rilievo di marmo bianco, ma era al margine della sua visuale e non riusciva a vederlo bene da lì.

Falcor: Fu proprio quell'unico , distante, arredo che attirò l'attenzione del cacciatore di mostri. Solitamente se si fosse trattato di un qualche tipo di sarcofago, ciò avrebbe quasi sicuramente significato la presenza in un ambiente come quello, sopratutto dato che v'era una strega che girava per il sotterraneo, di qualche altro ghoul oppure peggio..Ed era proprio a quel peggio che Falcor stava attento...Si avvicinò..molto lentamente..con la lama che si muoveva descrivendo cerchi nell'aria, pronto a scattare al minimo movimento sospetto.

domenica 11 novembre 2012

Le Avventure di Falcor lo Strigo - I - Caccia alla Strega - Parte V

Falcor: Fallita l'estrazione di materiali alchemici dal corpo del non morto , la delusione era molta, aveva perduto del tempo prezioso in qualcosa che non era riuscito a portare a termine, imprecò a bassa voce. Dinanzi allo strigo v'era un'antica porta scardinata, che giaceva sul freddo terreno, uno dei battenti di ferro era stato abbattuto.Si soffermò giusto un attimo ad analizzare la soglia, quel segnale non era buona cosa, perchè a giudicare dalla polvere l'ingresso alla successiva sala era stato distrutto da poco tempo, accostò la mancina sul dorso, rimamendo fermo, senza ancor saper bene quale delle due lame avrebbe dovuto estrarre. Scavalco il portone abbattuto, e con molta, molta calma, entrò silenzioso.

lo strigo poteva vedere entro la stanza che vi era dietro al battente mancante:
intravedeva due sarcofagi di pietra, quello a sinistra era stato aperto.
Dungeon Master: Il battente di sinistra era ancora saldamente al suo posto. Osservandolo Falcor notò che era di legno spesso tre dita e ricoperto di una lamina di bronzo, che raffigurava parte della testa di un leone ruggente.
Il battente di destra era mancante, ma era al suolo poco più avanti, scardinato dalla parete con una violenza inaudita. Anche la parte centrale di entrambi i battenti, dove doveva esserci stata la serratura o la chiusura era consumato e piegato.
Lo strigo poteva vedere entro la stanza che vi era dietro il battente mancante: intravedeva due sarcofagi di pietra, quello a sinistra era stato aperto. sul pavimento tra i due vi erano buttate alla rinfusa delle pertiche, uno zaino e un palanchino di metallo.
Falcor distinse chiaramente dei ringhi e rumore di qualcosa che gratta contro la pietra provenienti da entro la stanza, a sinistra.

Falcor: Sarcofaghi aperti... Rumori.....Sebbene di certo Falcor non fosse il piu acuto degli uomini, in pochi istanti comprese che quei famosi cacciatori di streghe probabilmente altro non che dei tombaroli..Come minimo la loro avidità gli aveva portati poco prima ad aprire i tumuli, in cerca di facili guadagni su preziosi oggetti antichi, e facendo questo avevano risvegliato qualche creatura che sarebbe stata meglio sotto qualche centimetro di pietra. Scosse il capo pensando a quella possibilità, ciò voleva dire che ancora una volta avrebbe dovuto brandire l'arma d'argento e poi, forse, quella di ferro, nel caso in cui gli uomini magari ancora vivi avessero voglia di saggiare il freddo acciaio a spese proprie .Evitando di far rumore dunque..Lo strigo si fece largo tra i battenti di quella porta, ormai sfondata , ed entrò..La lama d'argento brillava e riluceva quasi si un aura propria nell'ombra...

C'era poco più di quel che aveva visto,
 se si escludevano tre ghoul...
Dungeon Master: Silenzioso come un fantasma, lo strigo si addentrò in quello che sembrava essere un sepolcro.
C'era poco più di quel che aveva visto, se si escludevano tre ghoul, uno dei quali era intento a grattare contro la parete a sinistra di quella in cui si trovava la porta da cui era appena passato, ad un paio di passi dall'angolo.
altri due gli stavano vicino, ma sfortunatamente non tutti e tre erano rivolti verso la parete. Una delle creature lo vide e lanciò un alto ringhio che fece voltare anche quella al suo fianco, mentre la terza non si discostò dalla parete che stava grattando e neppure si girò.

Falcor: Con somma sorpresa del cacciatore, che cercando di non farsi vedere si affacciò dall'angolo dietro il quale, accuratamente accovacciato, ebbe modo di notare tre necrofagi, questi erano intenti a grattare un'apparente normalissima parete di pietra. Che tutt'un tratto quelle creature avessero adottato un comportamento diverso da quello di divorare cadaveri? Le domande lasciarono il tempo che trovarono, tant'è che, senza soffermarsi troppo su questa sottigliezza, lo strigo sgusciando dal suo riparo si scagliò sui non morti. In effetti per lui era una delle prime volte che vedeva dei necrofagi cosi da vicino, finalmente era l'ora di vedere se gli anni di addestramento a Kaer Mohren erano serviti a qualcosa.

Dungeon Master: Lo strigo assalì i due ghoul mentre questi erano ancora indecisi se farlo per primi.
Come una tempesta si abbatté su di loro, mulinando la spada d'argento a velocità incredibile. Ferì più volte entrambi i mostri: affibbiò tagli che avrebbero dissanguato un uomo vivo e sfregiò il naso al primo e tagliò quasi via un piede al secondo, dopo avergli assestato un colpo terribile al torace. Il terzo ghoul smise di raschiare la parete e si spostò sulla destra, balzando su uno dei due sarcofagi. Presto l'avrebbe avuto addosso, ma i suoi due compari erano molto malridotti.

Falcor: In quel momenti lo strigo non pensava assolutamente a nulla..Era come una macchina, una macchina costruita ad arte per combattere contro mostri che avrebbero sicuramente eliminato un qualsiasi altro uomo comune con estrema facilità. Con estenuante ripetizione, ripeteva tutto quanto aveva memorizzato in tutti quegli anni.."effettuare una parata dopo aver colpito il proprio avversario, giacchè è sempre meglio premunirsi in difesa, che perdere tempo a pensarci quand'ormai è troppo tardi"..cosi come sapeva che dopo aver schivato la zampa del ghoul avrebbe potuto perforargli il piede, per poi assestargli il colpo di grazie..Ad ogni situazione poteva facilmente adattarsi con una degna risoluzione.
Il primo dei due ghoul si accasciò al suolo a seguito di un colpo alla giugulare, se non fosse stato una creatura dell'altro mondo, sarebbe morta poco prima, a causa di un sanguinamento alla giugulare. Mosse la spada riprendendo la propria offensiva, l'altro mostro lo stava per colpire, troppo tardi..non appena ebbe sollevato l'artiglio, lo strigo, lo trapassò da parte a parte, senza neppure voltarsi..I suoi sensi e riflessi, erano qualcosa di senz'altro incredibile..
Lo strigo era padrone del campo ora e poté concdersi uno sguardo intorno...
Forse la voglia di finire il più in fretta possibile per incontrare la strega, forse perché non vedeva l'ora di uscire da quel maledetto luogo, lo strigo spinse al limite i suoi riflessi riuscendo in una manciata di istanti, non solo ad evitare che quasi l'avversario si accorgesse della propria imminente dipartita..Ma con un colpo ben assestato al volto, luogo da sempre predefinito contro i non morti di quel tipo, lo strigo danneggio pesantemente il necrofago...E per questo bastò un altro, semplice, roverso squalembrato al petto, per recidere il corpo della creatura; questa ormai privo di alcuna difesa cadde all'indietro andando a sbattere contro lo stesso sarcofago che poco prima aveva scavalcato..

Dungeon Master: lo strigo era padrone del campo ora e poté concedersi uno sguardo intorno, anche se non vi era da vedere chissà cosa in più che non avesse già colto al primo colpo d'occhio: solo i resti scheletrici di un cavaliere entro il sarcofago: sbiaditi stracci rossi lo abbigliavano e questo aveva tenuta dalle mani sul petto una spada dalla lama arrugginita ma dall'elsa ingioiellata con pietre rosse lisce. Al collo portava un medaglione d'argento che raffigurava una testa di leone, grosso il doppio di una moneta d'argento.
Non vi era null'altro di anormale nella stanza, salvo il punto della parete che il ghoul stava grattando.

Falcor: Non era stato affatto un problema riuscire a sbarazzarsi del gruppo di deformi umanoidi, la dea bendata ancora una volta aveva graziato lo strigo che era uscito da quello scontro completamente indenne. Anche l'argento aveva come sempre fatto la sua parte, unico materiale in grado di colpire a morte creature come i mostri. Si concesse un attimo di tregua Falcor, la pozione occhi di gatto permetteva ai suoi occhi felini di bucare le ombre che lo accerchiavano, non fu infatti troppo difficile notare l'unica zona anomala della stanza...Si chinò sul corpo di uno dei tre ghoul, il più vicino, e mantenendosi sempre vigile, comincio con i suoi intrugli, a cercare di estrapolare parti utili per future pozioni. Ottenuto l'ottenibile, poi, con l'elsa stretta nella man dritta, il cacciatore di mostri si avvicinò alla zona che poc'anzi aveva catturato la sua attenzione.

Non notò nulla sulle prime, ma poi vide che c'era una fessura dove
il ghoul aveva grattato che non era stata aperta dal suo operato
Dungeon Master: Lo strigo si mise all'opera sui cadaveri finalmente davvero cadaveri. Come prima non riuscì a raccogliere abbastanza sangue per farci alcunché, ma fu in grado di recuperare un bel po' di aceto bianco e persino della linfa di abominio, che ricordava essere molto difficile da estrarre.
Una volta finito e riposto tutto nella sua tasca si mise ad analizzare la parete. Non notò nulla sulle prime, ma poi vide che c'era una fessura dove il ghoul aveva grattato che non era stata aperta dal suo operato. Proprio mentre la osservava notò che qualcosa o qualcuno lo stava osservando dall'altro lato. Sentì anche qualcuno (o qualcosa) dire piano: «Non si sente più nulla. Ha smesso anche di cercare di aprirla.»

Falcor: Finalmente per una buona volta, il cacciatore di mostri era riuscito ad estrarre come doveva i reagenti per le pozioni. Fece una smorfia come al solito nell'odorare il fetore che si innalzava dai putridi corpi dei non morti noti come necrofagi, o per meglio dire, come avrebbe detto Vesemir, "canidi ghoul". Ripose velocemente tutti gli estratti al sicuro dentro la sacca pedente dalla sua cinta, ed infine, si avvicino lentamente al muro con la spada sguainata e tenuta nella man dritta. Fu in quel momento che le sue orecchie percepirono le vibrazioni di alcune voci...E non solo quelle. «Non si sente nulla. Ha smesso di anche di cercare di aprirla.» Confermò con tono distaccato Falcor fissando la fessura. «Siete i presunti cacciatori di mostri?»

Dungeon Master: Silenzio per qualche momento. Un occhio sbirciò di nuovo attraverso la fessura. «Dove sei?» chiese. Un «Non vedo niente» sottovoce diretto a qualcunaltro. Un «Digli di si» sempre sottovoce da qualcunaltro a quello che guardava. «Si! Tu chi sei?» disse l'uomo che stava guardando attraverso la fessura

Falcor: Sospirò in quel momento lo strigo, non perché stanco a causa della schermaglia con quei cadaveri ambulanti, bensì per l'assurdità della situazione da parte di quegli uomini. "Cacciatori di mostri.. Che mi chiedo cosa ci facessero con oggetti come quelli... Pensavate di prendere a padellate in testa la strega...?" «Uscite da li. Forza. Oppure vi lascio marcire qua dentro, ho ben altro da fare.»
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...