- Quanto manca per Babilonia? - recitò l'omino.
- Oh!Sì. Quello.
- Vi giungerò a lume di candela! Andata e ritorno signore mio. E' questione di cera, capisci. Gran parte delle candele non dura abbastanza. Per trovare questa ci ho messo un sacco di tempo. - Ed estrasse un moccolo della grandezza di una mela selvatica. Era una candela di cera, non di sego, quasi tutta consumata e sciolta, con lo stoppino nero e bruciacchiato.
- Cosa ci devo fare? - domandò Tristran.
[...]
- Bene - disse l'omino peloso. - Allora ecco cosa dovrai fare. Con la candela nella mano destra - ci penso io ad accenderla - va' verso la tua stella; per riportarla indietro userai la catenella. Lo stoppino della candela è ormai ridotto al minimo, perciò è meglio che tu faccai in fretta; perdi tempo e te ne pentirai.
Andatura svelta e leggera, ricordi?
- Credo... credo di sì - replicò Tristran.
Il ragazzo rimase in attesa. L'omino peloso passò una mano sopra la candela, che si accese con una fiammella gialla sopra e azzurra sotto. Ci fu un colpo di vento, ma la fiamma non vacillò neanche un po'.
Tristan prese la candela e fece un passo avanti.
Quella luce illuminava il mondo: ogni albero, cespuglio e stelo d'erba.
Al passo successivo Tristran si ritrovò accanto al lago, con la luce della candela che si rifletteva sull'acqua; subito dopo si ritrovò a camminare fra le montagne, in mezzo a rocce solitarie, e la luce della candela si rifletteva negli occhi delle creature delle nevi; poi si ritrovò a camminare fra le nuvole che, anche se poco solide, ben sostenevano il suo peso; e poi si ritrovò nel sottosuolo, con la candela stretta in mano e la sua luce che si rifletteva sulle pareti bagnate di una caverna; quindi si ritrovò di nuovo fra le montagne. Alla fine, su una strada che attraversava la rigogliosa foresta, intravide un carro trainato da due capre, alla cui guida c'era una donna vestita di rosso, che per quel poco che aveva visto di lei, gli ricordò le immagini di Boadicea sui suoi libri di storia.
Un altro passo ancora e si ritrovò in una valle frondosa, dove sentì la risata di un piccolo ruscello che scorreva spruzzando e cantando.
Fece un altro passo, ma non si spostò da quella valle. C'erano felci altissime, olmi e digitali in abbondanza, e la luna era già tramontata nel cielo. Tristran sollevò la candela e si mise a cercare una stella caduta, una roccia, forse, o un gioiello, ma non trovò nulla.
[...]
In quel preciso momento si illuminò violentemente quello che rimaneva dello stoppino in mezzo a un lago di cera. Per un istante la fiammella guizzò alta, illuminando la valle, la ragazza e la catena che, indissolubile, li teneva uniti per il polso.
La candela si spense.
Tristran fissò la stella - la ragazza - e con tutte le sue forze riuscì a non dire niente.
Vi giungerò a lume di candela?, pensò. Andata e ritorno, signore mio. Ma il lume di candela non c'era più e il villaggio di Wall era a sei mesi di duro cammino.
- Oh!Sì. Quello.
- Vi giungerò a lume di candela! Andata e ritorno signore mio. E' questione di cera, capisci. Gran parte delle candele non dura abbastanza. Per trovare questa ci ho messo un sacco di tempo. - Ed estrasse un moccolo della grandezza di una mela selvatica. Era una candela di cera, non di sego, quasi tutta consumata e sciolta, con lo stoppino nero e bruciacchiato.
- Cosa ci devo fare? - domandò Tristran.
[...]
- Bene - disse l'omino peloso. - Allora ecco cosa dovrai fare. Con la candela nella mano destra - ci penso io ad accenderla - va' verso la tua stella; per riportarla indietro userai la catenella. Lo stoppino della candela è ormai ridotto al minimo, perciò è meglio che tu faccai in fretta; perdi tempo e te ne pentirai.
Andatura svelta e leggera, ricordi?
- Credo... credo di sì - replicò Tristran.
Il ragazzo rimase in attesa. L'omino peloso passò una mano sopra la candela, che si accese con una fiammella gialla sopra e azzurra sotto. Ci fu un colpo di vento, ma la fiamma non vacillò neanche un po'.
Tristan prese la candela e fece un passo avanti.
Quella luce illuminava il mondo: ogni albero, cespuglio e stelo d'erba.
Al passo successivo Tristran si ritrovò accanto al lago, con la luce della candela che si rifletteva sull'acqua; subito dopo si ritrovò a camminare fra le montagne, in mezzo a rocce solitarie, e la luce della candela si rifletteva negli occhi delle creature delle nevi; poi si ritrovò a camminare fra le nuvole che, anche se poco solide, ben sostenevano il suo peso; e poi si ritrovò nel sottosuolo, con la candela stretta in mano e la sua luce che si rifletteva sulle pareti bagnate di una caverna; quindi si ritrovò di nuovo fra le montagne. Alla fine, su una strada che attraversava la rigogliosa foresta, intravide un carro trainato da due capre, alla cui guida c'era una donna vestita di rosso, che per quel poco che aveva visto di lei, gli ricordò le immagini di Boadicea sui suoi libri di storia.
Un altro passo ancora e si ritrovò in una valle frondosa, dove sentì la risata di un piccolo ruscello che scorreva spruzzando e cantando.
Fece un altro passo, ma non si spostò da quella valle. C'erano felci altissime, olmi e digitali in abbondanza, e la luna era già tramontata nel cielo. Tristran sollevò la candela e si mise a cercare una stella caduta, una roccia, forse, o un gioiello, ma non trovò nulla.
[...]
In quel preciso momento si illuminò violentemente quello che rimaneva dello stoppino in mezzo a un lago di cera. Per un istante la fiammella guizzò alta, illuminando la valle, la ragazza e la catena che, indissolubile, li teneva uniti per il polso.
La candela si spense.
Tristran fissò la stella - la ragazza - e con tutte le sue forze riuscì a non dire niente.
Vi giungerò a lume di candela?, pensò. Andata e ritorno, signore mio. Ma il lume di candela non c'era più e il villaggio di Wall era a sei mesi di duro cammino.
Tratto da Stardust, pagg.102-106.
UTILIZZO NEL GIOCO
La candela di babilonia è un potente strumento magico per il viaggio la cui potenza è chiaramente simboleggiata dalla sua rarità. Essa conduce nella direzione del proprio obiettivo, facendo percorrere una o due settimane di cammino nel tempo che serve a compiere un passo, a seconda del terreno che viene attraversato. L'esatta distanza percorsa ad ogni passo è comunque a discrezione del MAestro di Gioco. La sua potenza però ha gravi conseguenze se si prova ad abusarne come si capisce bene da quanto segue.
Lei mosse goffamente un passo.
Si allontanarono dalla locanda. Le urla della strega-regina risuonavano nelle loro orecchie.
Erano sotto terra, e la luce della candela si rifletteva sulle pareti bagnate della caverna; al successivo passo zoppicante si ritrovarono in un deserto di sabbia bianca, sotto il chiaro di luna; al terzo passo furono nell'aria, sopra la terra, a guardare le colline, gli alberi e i fiumi sotto di loro.
E fu a quel punto che l'ultimo pezzo di cera si sciolse nella mano di Tristran, provocandogli un bruciore insopportabile, e l'ultima fiamma si spense per sempre.
Si allontanarono dalla locanda. Le urla della strega-regina risuonavano nelle loro orecchie.
Erano sotto terra, e la luce della candela si rifletteva sulle pareti bagnate della caverna; al successivo passo zoppicante si ritrovarono in un deserto di sabbia bianca, sotto il chiaro di luna; al terzo passo furono nell'aria, sopra la terra, a guardare le colline, gli alberi e i fiumi sotto di loro.
E fu a quel punto che l'ultimo pezzo di cera si sciolse nella mano di Tristran, provocandogli un bruciore insopportabile, e l'ultima fiamma si spense per sempre.
Tratto da Stardust, pagg.165-166.
Quindi sfruttare una candela di babilonia fino alla fine può infliggere colpi critici da ustione molto gravi che possono compromettere l'uso della mano stessa e trattandosi della mano destra si capisce quale danno può essere inflitta.
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