Titolo: Mangiatori di Morte
Titolo originale: Eaters of the Dead
Autore: Micheal Crichton
Anno: 1976
Editore: Garzanti
Copertina: Ted Spiegel
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QUARTA DI COPERTINA
Un colto e curioso dignitario arabo, Ibn Fadlan, viene inviato in missione diplomatica dal suo califfo nella terra dei normanni. Siamo nel 922 dopo Cristo, e Ibn Fadlan annota nel suo diario di viaggio ciò di cui è testimone. Incontra infatti numerosi gruppi di «barbari», che curano molto meno l'igiene di quanto non facciano col cibo, l'alcol e il sesso. Assiste ai loro riti, alla violenza delle loro cerimonie, all orge. Quello di Fadlan con l'Europa dell'epoca è un incontro scioccante, per lui che viene dal mondo sofisticato ed evoluto di Baghdad, la «Città della pace». Ma, nonostante la sua diversità, viene accolto nel clan vichingo in cui giunge. Gode della protezione del suo capo, Buliwyf, e seguirà il gruppo fino in Scandinavia, fino alla lotta finale contro le misteriose creature della nebbia che minacciano la sopravvivenza stessa del clan.
DESCRIZIONE
Il libro si presenta come una traduzione del manoscritto di Ibn Fadlan, che ha la forma di una sorta di diario di viaggio. Ahmad ibn Fadlan è un dignitario del califfo di Baghdad che a causa di una tresca con la moglie di un avido e vecchio mercante è stato spedito come ambasciatore presso il Re dei Bulgari.
Dopo aver attraversato numerose terre sempre meno civili e superato difficoltà legate al clima e agli abitanti fino alle rive del Volga.
Qui egli è praticamente rapito in una impresa perché dichiarato dall'Angelo della Morte tredicesimo membro ed unico non-normanno di un gruppo di valorosi normanni che è destinato a porre fine ad una minaccia nel nord.
Ibn Fadlan accompagnerà Buliwyf, capo dei normanni impegnati in questa impresa, e i suoi armati in un lungo viaggio per terra e per mare, durante il quale potrà conoscere e principalmente disprezzare le disgusotse usanze del popolo vichingo, fino alle lande fredde e montuose di Venden. Lì saranno accolti da Re Rothgar e il suo infido figlio e messi a conoscenza del terrore che affligge e sta logorando il regno: una schiatta di spiriti vendicativi dall'aspetto bestiale chiamati Wendol.
Un terrore a cui loro sono stati chiamati a porre fine.
PREMESSA AL GIUDIZIO
Prima di cominciare con pro e contro ritengo giusto chiarire che il libro di cui si parla è molto diverso da un romanzo fantasy nel senso classico del termine: si tratta di un resoconto di quanto accaduto a Ibn Fadlan che per quanto possa essere scritto da un autore famosissimo e di indubbia capacità potrebbe non piacere semplicemente per il formato in cui è posto, quindi in questo il mio giudizio risulterà soggettivo e bene che chi sta per leggerlo ne sia consapevole.
- Dettagli sul ritrovamento, bibliografia, note e quant'altro di accessorio al resoconto sono architettati per rendere quest'ultimo il più realistico possibile e riescono indubbiamente al loro scopo, lasciando il lettore col dubbio se Crichton abbia o meno realmente trovato un manoscritto assimilabile a questo o qualcosa del genere durante i suoi viaggi.
Sembra vero: + 4 - L'autore riesce a rendere perfettamente tanto la personalità dello scrivente arabo con tutti i suoi paletti mentali e religiosi di un uomo che si ritiene civile, quanto quella superstiziosa, rude e fatalista dei personaggi normanni/vichinghi.
Personaggi ben costruiti e credibili: + 7 - Sebbene a tratti didascalico è in linea di massima piacevole il modo in cui sono riportate usanze e conoscenze tanto dei normanni/vichinghi quanto di alcuni popoli abitanti le terre attraversate da Ibn Fadlan prima di giungere al Volga. Queste sono approfondite nei momenti giusti e pienamente credibili per il periodo a cui sono riferite.
Didascalico ma al momento giusto e in modo sapiente: + 7 - La nebbia che avvolge le azioni dei Wendol, l'angelo della morte, i nani, il drago (per non citare i mostri marini) danno un tono di misticismo e soprannaturale che rende la storia riportata a tratti fiabesca.
A volte la storia diventa fiaba: + 5
CONTRO
- Le prime trenta pagine, introduttive potremmo dire, sono davvero noiose.
Un lettore non motivato potrebbe non arrivare oltre: - 4 - Le barzellette e le storie raccontate da Ibn Fadlan sono così proprie della cultura islamica da risultare pressoché incomprensibili per una persona di diversa educazione.
Non si ride e si resta perplessi: - 2 - Anche a causa del formato di narrazione scelto la storia risulta interessante ma non così coinvolgente come avrebbe potuto essere se narrata in modo diverso e chi è abituato ai romanzi fantasy di altri scrittori non può non accorgersene.
Cronaca e fiaba ma non più di questo: - 7
PUNTEGGIO FINALE: + 10
Il formato scelto per narrare questa storia può quanto non può piacere, ma resta indubbia la maestria dell'autore nel rendere credibile il suo ritrovamento dell'opera quanto a architettarne (o riorganizzare e proporre) sapientemente il contenuto. C'è davvero molto da imparare su questi normanni/vichinghi leggendo la storia di Ibn Fadlan, ma anche molto si può capire sulla mentalità degli arabi di quel periodo, e tutto grazie al modo in cui l'autore sa centellinare il paragone tra le civiltà e costumi che viene proposto sempre in sottofondo e non invasivo della storia ma tangibile al lettore.
Questo libro può di certo essere una eccellente fonte di informazioni sui normanni o per una breve campagna o un'avventura singola contro i Wendol, ma conserva una eccessiva prevedibilità, classica delle cronache fiabesche, che lo rende poco avvincente.
SPUNTI CHE SARANNO CERTAMENTE TRATTATI
Professioni/Razze intelligenti: Wyking, Wendol, Angelo della Morte, Almsmann, Nano, Tengol, Madre dei Wendol
Animali/Mostri: Donna dei Boschi, Korgon, Maran, Basilisco
Oggetti/Magia: Gioielli Normanni, Spada Runding, Orina di Vacca, Idromele, Corda di pelle di Foca, Pugnale dei Nani
Altro: Male del Brodo, Numero 13, Trelburg
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