venerdì 11 gennaio 2013

Le Avventure di Izzy Spoon - I - Il Sepolcro Violato - Parte I

Dungeon Master: Izzy Spoon era comodamente seduto ad uno dei tavoli della sala comune della foresteria dell'enclave nanica di Kara'Nish, dove era arrivato scortando nel suo viaggio di ritorno un mercante nano di nome Dalir figlio di Doran. 
Il mercante commerciava in armi ed era specializzato in quelle di tipo meccanico e circa tre settimane prima si trovava a Sulen, capitale del piccolo regno omonimo, dove anche Izzy era arrivato da poco con la speranza di raggiungere la città costiera di Marg, maggiore porto del regno. Il conte Dasko, secondo maggior dignitario del regno però si era ribellato e aveva disconosciuto il duca Orgol attualmente Reggente. Questo aveva messo in agitazione l'intero regno e rischiava di provocare una guerra civile, rendendo quasi impossibili gli spostamenti attraverso i due blocchi territoriali in cui il regno si era di fatto diviso. Quindi Izzy aveva accettato di buon grado di scortare, insieme ad un altro paio di mercenari, il nano e le sue attrezzature fino alla sua città di origine, passando attraverso una serie di strette vie di montagna impraticabili se non per uomini e muli. Questo perché l'enclave di Kara'Nish si trovava nella Valle del Coraggio, dove per secoli Rhunniti e nomadi delle mille tribù si erano fronteggiati e combattuti fino al completo abbandono da parte dell'Impero di Rhun di mire espansionistiche in quella direzione. Dalla valle era possibile, attraversando di nuovo le montagne lungo un antica via nanica nota come Via della Cenere, arrivare fino ad uno stretto istmo costiero situato dal lato opposto delle montagne, dove si trovavano le due città portuali di Coda del Drago e Città del Faro, entrambe meta papabile per Izzy.
Izzy Spoon era comodamente seduto ad uno dei tavoli della sala comune
della foresteria dell'enclave nanica di Kara'Nish
Mentre il giovane avventuriero accompagnava una saporita zuppa nanica con della ottima acqua di fonte, visto che non gradiva la birra, un nano che non aveva mai visto prima si avvicinò al suo tavolo e gli chiese: «Sei tu Dizzi figlio di Spon?».

Izzy Spoon: Izzy sollevò lentamente la testa dalla sua zuppa, e leggermente divertito, rispose con garbo: «A dire il vero, mastro nano, il mio nome è, Izzy e Spoon non è mio padre, ma il mio cognome», poi vedendo che il nano lo stava ancora fissando, Izzy continuò, pulendosi educatamente la bocca: «Ma vi prego, sedetevi con me», e indicò una sedia. Poi avvicinò il boccale d'acqua alle labbra, in attesa che il nuovo arrivato rivelasse il suo nome.

Dungeon Master: Il nano disse qualcosa nella sua lingua all'inserviente umana che si occupava di servire ai tavoli, una donna brutta e grassa che non valeva la pena di una seconda occhiata, e si accomodò ringraziando.
«Sei una persona cortese Izzy. Il mio nome è Evver figlio di Burin, figlio di Tardan, e sebbene credo che la cosa non ti sia evidente sono uno degli anziani del Clan Trest. Dalir figlio di Doran mi ha parlato bene di te, e mi ha detto che hai intenzione di percorrere la Via delle Cenere verso il mare. Hai particolarmente fretta di fare ciò?».

Izzy Spoon: Prima di rispondere, Izzy si concesse un momento per osservare il suo interlocutore: sebbene conoscesse per sentito dire la longevità razza dei nani e la loro rigida scala sociale e non avesse mai studiato argomenti così etnici durante il suo addestramento, immaginava che la parola "anziano" avesse lo stesso significato in qualunque società, eppure questo nano non gli sembrava poi così vecchio, tutt'altro! Pensò dovesse essere o un figlio di qualche grande autorità nanica che aveva beneficiato dell'ormai inflazionato nepotismo che affliggeva ormai da secoli la razza umana, oppure una personalità di spicco, carismatica, che si era guadagnata il suo posto. Decise per la prudenza: non gli avrebbe subito rivelato che aveva una fratta del diavolo, prima doveva capire il suo ruolo all'interno della società e se poteva fidarsi di lui. «A dire il vero, mastro Evver, è la prima volta che visito un avamposto nanico, ed è alquanto affascinante. Penso che mi fermerò un giorno o due per scoprire di più sulla vostra cultura, dal momento che non so né quando né se ne avrò ancora l'occasione. Ma perché non cominciare subito allora?», e sorrise in maniera infantile: «Ditemi, che compiti ha un anziano nella vostra società? Sembra un incarico pieno di responsabilità..»

Dungeon Master: «Non penso che nella società umana vi sia qualcosa di paragonabile ad un anziano... almeno non in quelle che conosco dei regni circostanti come Sulen, Rhun o Boart, diciamo che se il clan fosse un esercito io sarei un capitano, e come tale il mio compito è quello di prendere delle decisioni volte al bene e alla continuità della parte di comunità di cui sono responsabile...»

Il mio nome è Evver figlio di Burin, figlio di Tardan, e sebbene credo che la cosa
non ti sia evidente sono uno degli anziani del Clan Trest. 
Izzy Spoon: Izzy già immaginava qualcosa del genere, e questo lo preoccupò non poco: se quel nano era uno dei responsabili della comunità, il suo compito era anche quella di proteggerla dai nemici, o dai criminali come lui. Izzy non sapeva a che velocità viaggiassero le notizie, non essendo mai uscito dalla sua città, ma ci avevano messo anni a capire che lui aveva preso il posto di un'altra persona; questo in parte lo tranquillizzò. Ma cosa poteva quindi volere uno dei capi della comunità da lui? Tramite il suo vero nome non era possibile risalire al fatto che fosse un criminale: era stato bene attento a non tradirsi mai a palazzo. Decise quindi di proseguire la conversazione, aspettando che il nano gli dicesse il perché della sua visita: «In effetti la nostra società non è così stratificata come la vostra, generalmente è tutto in mano ad una sola persona. Ma nei piccoli villaggi l'anziano è riconosciuto anche come la persona più saggia e quindi degna di fornire consiglio agli altri membri della comunità. Ma voi siete così giovane...Perdonatemi: la parola anziano non vi si addice proprio!», disse, ridendo garbatamente.

Dungeon Master: Il nano gli sorrise di rimando. «Cortese si, davvero cortese. Ma io sento gli anni che ho e ti assicuro che anche averne molti non rende il peso delle responsabilità meno gravoso, anzi conoscendo il passato ci si rammarica nel presente di non aver fatto allora scelte giuste o anche solo migliori... Ed è proprio una questione del passato che mi ha spinto a venire a parlare con te Izzy Spon. Visto che resterai qui qualche giorno, ti interesserebbe guadagnare dell'argento e della gratitudine?»

Izzy Spoon: “Mi farebbero comodo un po' di monete, e ingraziarsi questa gente potrebbe tornare a mio vantaggio, adesso sono praticamente certo che questo nano non sa chi sono”, penso Izzy. «Certo, mastro Evver, un po' di monete quando si viaggia fanno sempre comodo», e gli rivolse un cenno di ringraziamento con il capo.

Dungeon Master: «Hai ragione. Cosa sai delle mille tribù?»

Izzy Spoon: «Ammetto le mie lacune in storia. So solo che sono una feroce e numerosa tribù di nomadi che abita una vasta zona pianeggiante a nord/est di qui. O almeno questo è ciò che ho sentito»

Dungeon Master: «Magari vieni solo da lontano e comunque la gente delle tribù non è molto socievole con tutti quelli della loro razza che non appartengono ad una tribù, tanto da considerarli come se fossero praticamente di una razza diversa. Noi però abbiamo da sempre commerciato con loro metallo per pelli od altro, visto che a loro non piacciono le zone elevate e noi non abbiamo alcun interesse per le loro pianure. Io stesso ero amico del Hurril, Khun dei Lupi del Sole, e più volte ho partecipato a schermaglie in sua compagnia contro la dilagante piaga degli orchetti che affligge le montagne circostanti, la nostra bella Valle. L'ultima volta circa 80 anni fa, poco prima della sua morte.»
L'espressione del nano divenne triste per un momento ma poi tornò nuovamente imperscrutabile.
«Qualche settimana fa è venuto da me lo sciamano dei Lupi del Sole: Hurril era un capo molto amato e valoroso e ora è stato costruito un santuario che dovrebbe ospitarne i resti. Lo sciamano, che è molto anziano, aveva mandato il suo accolito a recuperarli dal sepolcro del capotribù, in un sepolcro sotterraneo che i tagliatori di rocce del mio Clan hanno costruito, ma il giovane ha trovato la morte per mano di una banda di orchetti che si è insediata nel sepolcro. Lo sciamano ha cercato di allontanarli spaventandoli con la magia degli avi, ma un piccolo gruppo è ancora lì e sembra non volersene andare. La zona è tabù per le tribù e nemmeno noi possiamo aiutarli perché Vagno dice che: "Nessuno deve turbare col passo o l'armi l'ultima dimora di coloro che ora alloggiano nelle mie sale"».

Izzy Spoon: «Mastro Evver, sono davvero onorato per questa richiesta», poi incrociò lo sguardo con lui: «Ma come potete fidarvi di me a questo punto? Mi avete appena conosciuto. E' alquanto rischioso affidare ad un estraneo un compito così delicato».

Il nano si congedò dall'avventuriero, ma poco più di mezzora dopo erano già in cammino
verso nord, costeggiando le montagne. Evver non pareva per nulla lento per essere
 un anziano e Izzy ora meglio equipaggiato per affrontare il freddo era più a suo agio.
Dungeon Master: Il nano sorrise.
«Uccidere qualche orchetto e recuperare i resti di un uomo morto da nemmeno cento anni non è poi una cosa tanto complicata. Al massimo potresti farti uccidere», il nano fece spallucce, «anche se non credo perché mi sembri un tipo sveglio, e questo non potrebbe cambiare lo stato delle cose se non rendere più semplice il compito al successivo candidato. Certo potresti rubare i resti di Hurril, ma cosa te ne faresti? Dubito che tu parli la lingua delle mille tribù...»

Izzy Spoon: Izzy, si concesse un momento per bere. Il nano aveva subito minimizzato la faccenda non appena Izzy aveva accennato a dire che fosse un compito delicato. Probabilmente aveva intuito dove il ragazzo sarebbe andato a parare, era furbo e sapeva il fatto suo. Tuttavia Izzy aveva notato quell'ombra di tristezza e malinconia apparsa per un secondo sul volto mentre parlava di Hurril, ed era praticamente certo che la cosa lo turbasse molto. Questo lo metteva in una condizione di vantaggio rispetto al nano. Izzy però non era per niente felice di farsi coinvolgere in questa faccenda, dal momento che le cose avrebbero potuto complicarsi molto per lui. Per di più era in terra straniera e non conosceva per niente la morfologia del territorio. Faceva freddo inoltre e lui, vissuto sulle tiepide coste di Boart, non era abituato a quel clima così rigido. Però decise che da quella missione aveva molto da guadagnare: «E va bene, mastro Evver, andrò a recuperare quei resti. Però, come avrà già capito, non conosco affatto la zona e mi perderei nelle vastità delle praterie dopo pochi chilometri. Inoltre il freddo gelido di queste montagne non si sposa bene con i miei semplici abiti», aggiunse un'espressione triste mentre si sfiorava il petto, «se poteste fornirmi una guida e degli abiti pesanti, gliene sarei grato, e porterei sicuramente a compimento la missione più velocemente».

Dungeon Master: Il nano lo osservò per qualche istante, si lisciò la barba, e annuì.
«Mi sembra una richiesta ragionevole. Ti procurerò una mantella di pelliccia e stivali da neve. Io stesso ti accompagnerò fino a che non saremo abbastanza vicini che tu possa proseguire facilmente...»
Il nano fece una pausa e aggiunse: «Ma mi aspetto che tu impari andando la via del ritorno. Non resterò ad aspettarti...»

Izzy Spoon: “Che forte personalità questo nano...”, «Ma certo, comprendo benissimo le vostre responsabilità verso la comunità, non mi aspettavo niente di meno da voi».

Dungeon Master: gli occhi del nano si strinsero e questi lo scrutò come se volesse guardargli dentro.
«Sei molto cortese Izzy Spon, diverso dalla maggior parte dei mercenari che vediamo da queste parti... Se a te va bene non perdere tempo potremmo partire tra un'ora...»
Izzy Spoon: Izzy si alzò con fare teatrale e, alzando il boccale in segno di assenso, se lo scolò tutto d'un fiato: «Mastro Evver, possiamo partire anche subito se lo desidera. Questa sala è così bella e comoda che invita al sonno. Ho bisogno di svegliarmi col vento fresco di montagna!»

Dungeon Master: Il nano sorrise: «Così sia. Vediamoci tra mezzora al corpo di guardia esterno, in modo che io possa prendere le mie cose e procurarti quanto mi hai chiesto.»

Izzy Spoon: «Stupendo! Tra mezzora al corpo di guardia. I miei saluti a voi, mastro Evver», e Izzy fece un perfetto mezzo inchino.

Dungeon Master: Il nano si congedò dall'avventuriero, ma poco più di mezzora dopo erano già in cammino verso nord, costeggiando le montagne. Evver non pareva per nulla lento per essere un anziano e Izzy ora meglio equipaggiato per affrontare il freddo era più a suo agio.
Il sole aveva fatto circa due terzi del suo cammino giornaliero quando arrivarono al momento di separarsi.
Durante il cammino il nano gli aveva descritto la struttura del sepolcro: un grande vestibolo fiancheggiato da due camere, oltre il quale c'era una stanza in cui avrebbe trovato un passaggio segreto che conduceva alla tomba vera e propria, costituita da un ampio corridoio, fiancheggiato da due grandi stanze alla fine del quale c'era un secondo passaggio segreto che lo avrebbe condotto alla vera camera sepolcrale. Non avrebbe dovuto scendere le scale: lo avrebbero condotto ad una falsa camera funebre piena di trappole per i profanatori di tombe.
Evver indicò a Izzy una parte del costone particolarmente ripida su cui si arrampicavano con difficoltà alcuni arbusti.
«Prosegui lungo quella parete fino a che non vedi alcuni arbusti tagliati. Poco dopo troverai l'ingresso del sepolcro, ti sembrerà una normale caverna visto dall'esterno. Gli orchetti dovrebbero essere una mezza dozzina o poco più. Fa attenzione perché lo sciamano mi ha detto che a volte alcuni di loro escono per andare a caccia.»

Izzy Spoon: «Tutto chiaro. Solo una domanda, mastro Evver: come riconoscerò i passaggi segreti? Ne sapete qualcosa?»

Dungeon Master: «Tasta le pareti che ti ho detto all'altezza del dodicesimo mattone da terra, appena ne trovi uno cedevole spingilo verso l'interno e questo farà aprire il passaggio...»

Izzy Spoon: «Grazie molte, lo terrò a mente. Beh, allora ci vediamo all'avamposto», disse Izzy mentre si allontanava seguendo la parete di roccia. Poi si fermò e si girò, sorridendo come un bambino :«E non vi preoccupate per le spoglie del vostro amico, non morirò di certo in questo buco!», poi riprese a camminare e alzò la mano, in un gesto che ricordava molto una benedizione.

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