Titolo: Il battesimo del fuoco
Titolo originale: Chrzest Ognia
Autore: Andrzej Sapkowski
Anno: 2014
Editore: Nord
Copertina: Gabriele Sina
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SECONDA DI COPERTINA
Geralt di Rivia ha fallito. Durante la rivolta scoppiata sull'isola di Thanedd, non è riuscito a portare in salvo Ciri, l'ultima erede al trono di Cintra, e ora la principessa è scomparsa. La sua unica speranza di ritrovarla è affidarsi a Milva, la più abile spia delle driadi. E Milva non lo delude: scopre che Ciri è prigioniera dell'imperatore Emhyr var Emreis e si offre di guidare lo strigo fino alla capitale di Nilfgaard. Benché sia ancora debole a causa delle ferite riportate, Geralt lascia la sicurezza dei boschi di Brokilon e si mette in viaggio con Milva, ma bastano pochi giorni di cammino per rendersi conto che raggiungere il palazzo imperiale è un'impresa quasi impossibile: ovunque infuriano violente battaglie tra le truppe di Nilfgaard e gli eserciti dei regni del Nord; le strade sono pattugliate giorno e notte da ronde di soldati, mentre i villaggi sono lasciati alla mercé dei gruppi di elfi ribelli. Lo strigo e la driade sono quindi costretti a tagliare per la foresta, senza sapere che così facendo cadranno nella trappola preparata da una creatura che da tempo li segue nell'ombra, pronto a tutto pur di evitare che Geralt arrivi vivo a Nilfgaard...
QUARTA DI COPERTINA
Milva si morse le labbra. «A breve partirò da Brokilon. Sarò di ritorno entro dieci giorni.
A costo di smuovere il cielo e la terra, scoprirò tutto. Se qualcuno ha notizie di Ciri, te le riferirò.»
Geralt la ringraziò. «Sii cauta, ti prego. Quando fai delle domande, stai attenta a chi hai di fronte.»
«Non preoccuparti per me.»
«I tuoi informatori... Ti fidi di loro?»
«Io non mi fido di nessuno.»
DESCRIZIONE
Dopo essere a stento sopravvissuto allo scontro col mago Vilgefortz, Geralt di Rivia è riparato a Brokilon dove è stato curato e, per quanto possibile vista la gravità delle ferite inflittegli, è ormai convalescente.
Grazie a Milva, una abile spia e eccezionale arciera delle driadi lo strigo viene a sapere che Ciri è stata catturata dall'Imperatore di Nilfgaard e che probabilmente questi è in procinto di sposarla per rivendicare così con ancora maggior diritto le terre che il suo esercito sta già rapidamente conquistando con la forza delle armi.
Grazie a Milva, una abile spia e eccezionale arciera delle driadi lo strigo viene a sapere che Ciri è stata catturata dall'Imperatore di Nilfgaard e che probabilmente questi è in procinto di sposarla per rivendicare così con ancora maggior diritto le terre che il suo esercito sta già rapidamente conquistando con la forza delle armi.
Geralt è più che determinato a strappare la sua protetta dalle grinfie dell'Imperatore e quindi senza ascoltare nessuna delle tante logiche obiezioni a questa folle intenzione abbandona il bosco delle driadi, diretto verso Nilfgaard. Lo accompagnano, seppur reticenti e tentando continuamente di proporre argomentazioni credibili per spingerlo a rinunciare, il suo amico e poeta Ranuncolo e la stessa Maeva, che dopo averli salvati con le sue frecce letali durante un incontro/scontro imprevisto con dei cavalieri di Nilfgaard si unisce al duo errante.
Il loro viaggio però risulta subito complicato dal più ostile degli eventi che l'uomo possa, se non controllare, di certo provocare: la guerra. Nemici delle truppe dell'imperatore e malvisti dai suoi stessi nemici, Geralt e i suoi compagni si dovranno dare non poco da fare per evitare incontri con le forze in armi, i cui numeri preponderanti sono troppo anche per uno strigo nel pieno delle sue forze, quindi figurarsi per uno convalescente, anche se, come viene confermato alla fine, il suo nome è definitivamente Geralt di Rivia.
Mentre lo strigo e i suoi seguono cammini tortuosi, alcune maghe sopravvissute al terribile massacro dell'isola di Thanedd gettano le basi per creare un nuovo organo direttivo indipendente dai poteri temporali dei regnanti, una loggia di sole donne dove una sedia vuota attende impaziente la fanciulla di Sangue Antico.
PRO
- L'autore affina ancor di più in questo suo terzo libro della saga la maestria già notevole che ha nel rendere vivi e reali i personaggi, che offrono al lettore il loro punto di vista, basato su conoscenze e modi di pensare architettati in modo così meticoloso e vero da farli balzare fuori dalle pagine vivi come persone reali, indifferentemente dalla centralità del loro ruolo.
Protagonisti e personaggi di contorno vivi, reali e motivati: + 14 - Dopo essere stato un po' messo in secondo piano ne il Tempo della Guerra, Geralt torna a essere pienamente protagonista in questo romanzo, anche se l'autore durante la narrazione sfrutta sapientemente l'effetto gruppo cambiando di tanto in tanto il personaggio dal cui punto di vista seguiamo le vicende dello strigo.
Piacevole nuovo focus sulle vicende dello strigo: + 5 - Il viaggio proposto dal racconto è per i protagonisti oltre a un cammino esteriore anche uno interiore, che grazie anche alle avversità e alla cupa aura di morte della guerra, li matura e li cambia, Geralt in testa.
Essendo i personaggi già così realistici è piacevole vederli maturare ulteriormente: +6 - Combattimenti, fughe, battaglie e anche qualche mostro rendono ancor più piccante un libro che già si centra su un viaggio avventuroso e denso di pericoli e Geralt, a dispetto del suo essere convalescente, è ancora un combattente di tutto rispetto.
Un racconto con molta d'azione, combattimenti e incontri con creature soprannaturali: + 7 - L'autore riesce a proporci in modo non pesante o tedioso una innumerevole quantità di informazioni sui vampiri, proponendone una concezione originale e a tratti quasi divertente, senza intaccare la meritata pericolosità delle creature.
I vampiri di Sapkowski sono strani ma interessanti: + 4 - A differenza dei romanzi precedenti in questo l'autore non centellina le informazioni, anzi pare darne in modo più che consistente e persino chiarire eventi accaduti nei volumi pregressi. Occasionalmente quelli che possono parere infodump, risulteranno essere interessanti indizi che Sapkowski ci offre per farci capire qualcosa, come nel caso di Regis.
Molte cose vengono chiarite e spiegate nel dettaglio e finalmente il lettore ha impressione di saperne di più dei protagonisti: + 3
CONTRO
- Nel corso del romanzo l'autore cambia più volte il modo in cui la trama viene narrata. Se i flashback iniziali sono azzeccati e non danno alcuna noia la scelta di riassumere parte della storia mettendosi nei panni di un anziano cantastorie che sta intrattenendo dei ragazzini e quindi di anticipare il risultato negativo di alcuni eventi prima di narrarli, un po' come era accaduto con lo scontro con Vilgefortz ma stavolta relativamente a un segmento narrativo molto più consistente, mi sono risultate fastidiose e spiacevoli. Perché tediarci per pagine e pagine con le faccende della loggia per poi riassumere eventi che riguardano Ciri e Yennefer in poche righe? Non era meglio scrivere un altre cinquantina di pagine e narrare anche quelli come si deve?
Scelte narrative discutibili rovinano un po' la parte finale del romanzo: - 5 - Il viaggio di Geralt e dei suoi compagni nei territori in guerra strabocca di luoghi comuni della guerra: massacri, profughi, pestilenza e sebbene questi facciano da sfondo alla maturazione psicologica dei protagonisti stavolta l'originalità di Sapkowski pare scomparire in questa critica aperta alla brutalità dei conflitti.
L'autore non riesce a dare quel qualcosa in più al de-javu della guerra: - 4 - Finalmente, dopo due volumi a sentir parlare del famigerato Sangue Antico scopriamo cosa sia e, personalmente, ne sono rimasto piuttosto deluso.
Certo la magia è in gran parte inganno, ma l'origine del Sangue Antico resta deludente: - 3 - Oltre alle vicende di Geralt il libro dà ampio spazio alla nascita della loggia delle maghe: pagine e pagine di dialoghi a più voci ed introduzioni delle maghe che aspirano a farne parte, che sono noiosi e nozionistici e talvolta divagano in lunghe spiegazioni astruse la cui utilità sfugge al lettore.
La Loggia della noia poteva avere meno spazio e non sarebbe dispiaciuto: - 7 - Arrivati alla fine del racconto, dopo quattrocento e passa pagine, si ha come l'impressione che non sia successo granché e che questo terzo libro sia una buona dose d'acqua messa nel pentolone per allungare il brodo: tra l'errare inconcludente di Geralt, la noia della loggia e pochi sprazzi a raccontare i trascorsi di Ciri e Yennefer pare che li libro si chiuda con ben poche novità rispetto a quando lo si era aperto.
Troppa acqua in un comunque ottimo brodo fa abbassare ugualmente il livello di intrattenimento: - 8
PUNTEGGIO FINALE + 12
Il Battesimo del Fuoco è un libro scritto ottimamente e approfondisce personaggi che l'autore ha già descritto con mirabile realismo nei volumi precedenti. Ma se in questi il lettore veniva spinto a fare la massima attenzione alle informazioni che, centellinate sapientemente, lo tenevano sulla corda e alimentavano l'imprevedibilità della trama ora è proprio al contrario: la trama pare stagnare, e i protagonisti sembrano girare a vuoto come per dare l'occasione all'autore di farli maturare e proporre parte delle informazioni finora negate.
Perciò, nonostante il buon livello d'azione e il senso di continuo movimento si resta un po' delusi arrivando alla fine perché sembra che non sia cambiato nulla. Ciri e Geralt sono sempre lì e nonostante gli ultimi paragrafi annuncino un imminente pericolo questo è lasciato solo aleggiare in attesa del volume seguente.
Inoltre la corposa parte relativa alla Loggia delle maghe è oltremodo noiosa e si dilunga su argomenti di cui, allo stato delle cose, non si capisce l'utilità.
Inoltre la corposa parte relativa alla Loggia delle maghe è oltremodo noiosa e si dilunga su argomenti di cui, allo stato delle cose, non si capisce l'utilità.
Il libro dà quindi fin troppo l'aria di essere un riempitivo e questo, accompagnato da scelte narrative a mio parere un po' sfortunate o forse vanitose, non gli permette di volare al livello del precedente, anche perché, a dispetto delle apparenze, Sapkowski non ha per nulla cambiato registro e continua a tessere la trama in modo furtivo e, come da alcuni sprazzi si vede in modo chiaro, ci sono delle macchinazioni di cui il lettore è tenuto quasi completamente, e a mio parere troppo, all'oscuro mentre prima almeno poteva averne qualche boccone per tener desto l'appetito. Stavolta invece si resta a pressoché a digiuno e, chiuso il libro, affamati di maggiori novità e un po' delusi.
SPUNTI CHE SARANNO PROBABILMENTE TRATTATI
Professioni/Razze intelligenti: Strigo/Witcher, Ratto, Havekar, Trabante, Vampiro superiore, Vurdalak, Alp, Katakan, Mula, Bruxa, Nosferat, Fleder, Ekimme.
Animali/Mostri: Ocelot, Testocchio, Granchioragno.
Oggetti/Magia: Correggiato ferrato, Mantello nanico, Zefhar, Pugnale da brigante, Sihill, Gwyhyr, Mandragora, Cappio del destino, Acquavite alla mandragora, Mandragora.
SPUNTI CHE SARANNO PROBABILMENTE TRATTATI
Professioni/Razze intelligenti: Strigo/Witcher, Ratto, Havekar, Trabante, Vampiro superiore, Vurdalak, Alp, Katakan, Mula, Bruxa, Nosferat, Fleder, Ekimme.
Animali/Mostri: Ocelot, Testocchio, Granchioragno.
Oggetti/Magia: Correggiato ferrato, Mantello nanico, Zefhar, Pugnale da brigante, Sihill, Gwyhyr, Mandragora, Cappio del destino, Acquavite alla mandragora, Mandragora.
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